COMUNE DI ISOLA DEL GIGLIO
GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA

Imprese balneari a rischio: la direttiva Bolkenstein favorisce le multinazionali del Turismo.

Sullo spinoso tema della direttiva Bolkenstein chiediamo al Sindaco di scendere in campo a favore dei balneari, un settore fondamentale del turismo che rischia di fallire, con gravi danni alle imprese locali della balneazione, anche attraverso il coinvolgimento dell'A.N.C.I.M. (Associazione Nazionale Comuni Isole Minori).

Lo scorso anno, il Consiglio Comunale ha approvato un ordine del giorno, approvato all'unanimità, contro l'applicazione della c.d. direttiva Bolkenstein che favorisce solo le multinazionali del turismo.

Il senatore Altero Matteoli, con il quale il sindaco Ortelli ha rapporti cordiali e di amicizia, è l’attuale presidente dell’ottava Commissione Permanente che si occupa dello spinoso tema della direttiva Bolkenstein. 

A noi sembrerebbe estremamente opportuno che il sindaco chieda al senatore la disponibilità a fissare un incontro negli uffici romani (magari) insieme a vertici di ANCIM, incentrato sull’argomento per sensibilizzare il Governo sulla procedura d’infrazione europea aperta nei confronti dell’Italia sulle concessioni demaniali marittime e rappresentare le esigenze della categoria nelle isole minori italiane, così da concordare un piano di intervento con il senatore Matteoli.

Tra l'altro non va dimenticato l'allarme lanciato da sindacati e imprenditori del settore balneare italiano: “Se l'Italia non dovesse ottenere dall'Unione Europea una deroga alla direttiva Bolkestein le concessioni, in precedenza rinnovate tacitamente, verrebbero assegnate tramite un'asta pubblica a partire dal 1 gennaio 2016. Qualora ciò dovesse verificarsi si creerebbe un sistema che potrebbe escludere dal mercato tutte quelle piccole imprese che ad oggi rappresentano la maggioranza degli operatori del settore, a favore delle multinazionali“.

Vale la pena di ricordare che la richiesta di Bruxelles di attribuire il demanio pubblico mediante gara è stata al centro del decreto legislativo proposto dal ministro del Turismo Piero Gnudi (Governo Monti), ma il testo non ha mai visto la luce per l'opposizione delle imprese del settore e del Parlamento. Che nell'ambito del decreto-legge Sviluppo bis ha poi optato per una soluzione provvisoria quanto insoddisfacente per la Commissione europea: la proroga delle concessioni marittime esistenti in scadenza al 2015 fino al 2020.

Di conseguenza, a quanto ci risulta, per evitare l'avvio di una nuova procedura, l'Italia deve adottare una normativa che recepisca quanto previsto dalla direttiva comunitaria, tutelando le imprese che hanno investito sulle spiagge e rischiano di perdere la concessione. Sappiamo che durante l'incontro con Barnier (Commissario del mercato interno) "sono state esaminate in modo costruttivo tutte le criticità", spiegano gli eurodeputati italiani, per cercare di sanare la controversia tra l'Italia e la Commissione europea in tema di concessioni demaniali marittime. Ma per "una soluzione definitiva che restituisca certezza agli operatori e faccia ripartire gli investimenti", il prossimo governo deve presentare a Bruxelles una nuova proposta. Prima che sia la Commissione a prendere l'iniziativa.

Noi siamo convinti che occorre dare certezza alle imprese balneari locali, attraverso misure di sostegno, come si sostiene da più parti, istituendo (magari) delle “zone franche”, nelle piccole isole; potrebbe essere un toccasana contro la forte recessione subita negli ultimi anni.

E sull'argomento auspichiamo una pubblica risposta dal sindaco, non certo il silenzio come ci ha abituati ultimamente.