Ce l’abbiamo fatta. Ha avuto grande successo la mostra “Oh che bel Castello” e il nostro Paese, dopo un lungo sonno invernale, è risorto come per incanto dalle ceneri della sua storia.
Il fluire della vita secolare (se non millenaria) nel Castello, scandita dai ritmi del lavoro nelle greppe, degli affanni domestici, dei ricami delle donne, motivo di riposo pomeridiano al calore del caminetto o all’ombra dei vicoli: è finita.
E’ finita con l’invecchiamento della gente che là viveva - i nostri avi - è finita con noi figli, testimoni passivi della trasformazione che intanto avveniva, impegnati nello studio di là dal mare, riscatto sociale anelato e voluto proprio da Loro; ma intanto, vicolo dopo vicolo, si chiudeva quella società basata sulla semplicità, perdevano significato le Pagliare, le Celle dei somari e i soprannomi, che davano identità e colore ai tanti Nanni, Francesco, Maria, Anna, Stefano ecc...
La mostra a Giglio Castello, voluta dalla Pro Loco, impegnata nella rivalutazione e valorizzazione del territorio, patrocinata dal Comune dell’Isola del Giglio e sostenuta dall’Associazione "Il Castello", ha voluto rispolverare memorie importanti per “passare” i ricordi ai giovani gigliesi, ignari di tale passato che invece appartiene loro e dare possibilità agli ospiti di apprezzare insieme alle bellezze naturali del mare, gli usi e l’arte delle tradizioni; così nelle vie principali (le stesse percorse quando esce la processione) si sono installati artisti, poeti, artigiani, fotografi, mestieranti di terra e di mare, accolti, adottati anche dai negozi di souvenir che per due sere hanno spostato parte della loro merce e dato spazio alla storia, alla memoria e alla speranza che nel nostro bellissimo borgo torni a risplendere la luce nelle case simbolo familiare di lavoro e di vita.
Pro Loco di Isola del Giglio - Giovanni Bancalà
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