"La Rocca": nuova poesia di Tonino Ansaldo
Una nuova poesia di Tonino Ansaldo che ancora una volta sceglie GiglioNews per presentarla ufficialmente ai gigliesi ed agli amanti della nostra isola. Per chi volesse leggere i versi pubblicati negli ultimi anni, può visitare l’apposita pagina LE POESIE DI TONINO ANSALDO.
Oggi il poeta sceglie di celebrare, attraverso i suoi emozionanti versi, un altro luogo simbolico della nostra isola: la Rocca Aldobrandesca che si erge "sopra un trono di roccia" granitica di Giglio Castello.
Con la sua posizione privilegiata che le permette di godere di un panorama mozzafiato verso la terraferma e le isole "sorelle" dell'Arcipelago Toscano, la Rocca ha un ruolo fondamentale per la vita sociale isolana.
Monumento ricco di storia, "granitico" ed "ermetico" baluardo di difesa nel passato, oggi è sede istituzionale del Consiglio comunale e teatro privilegiato di spettacoli, convegni ed eventi culturali.
LA ROCCA
Come l’olimpo greco nebbiosa sede d’immortali s’erge,
così questa Rocca sopra un trono di roccia nell’aria sua fosca.
Lassù, spazia l’occhio e vola se chiaro giorno regna. Ivi tocca la mano la ferma terra e carezza l’insule sorelle che il mar cintola e bagna.
Nel dì, magia emana e quivi, ritrovo di supremi capi e quivi, sortono idee a seguir poi fatti.
Nella bruna sera semper quivi cultura emerge inni e cantici dei suoi mortali alta arte porge.
Come l’olimpo greco nebbiosa sede d’immortali s’erge,
così questa Rocca sopra un trono di roccia nell’aria sua fosca.
Tonino, Giugno 2015
A TONINO, “POETA CLANDESTINO” Che Dio ti benedica Antonio caro, per tutto quell’”amaro” che sempre porti in seno pel Tirreno. Per essere distante dal Paese, su cui hai pur pretese di tornare, per essere onorato ed onorare la gente del tuo rango dello “scoglio”, che, per te, è come un sacro “soglio” d’ebrezza e di salvezza. Goder vorresti del tuo mare, che mostri in ogni verso ben d’amare sopra ogni cosa. Eppur non osa ‘sto magico Paese onoranti al punto che tu vali, sol coltivando, imperterrito, i suoi mali fatti d’invidia e di risentimento, mentre tu scrivi e scrivi senza alcun lamento, e senza una nota di commento, che, al fine, gratifichi la penna, che solo d’esso parla e si dilemma. Oggi, all’Olimpo Di Zeus hai confrontato, la Rocca del tempo ch’è passato, dagli Etruschi fino ai tempi nostri, compresi quelli, che furono i più“foschi”, di Barbarossa con i suoi pirati, che v’hanno, massacrati e deportati, prima d'essere rinati e rifiorire, eletti e fortunati, senza ardire, nel magico sorriso, d'un raro Paradiso. E tu, prendi per mano ogni Gigliese, e verso, dietro verso, lo porti a visitare il suo Paese, di cui non ha pretese d’imparare quel che di bello e sacro esso può dare, a chi lo vuole amare ed onorare. Perché mi chiedo, un bravo e dotto Aedo, qual tu sei, non trova rispondenza "in patria sua"? Perché non ha credenza? quando non c’è una tua parola che non la dipinga, acciocchè la sorte mai la spinga a perdere il “primato” che le spetta, qual’isola diletta, perfetta e benedetta? Perché nessuno mai ti complimenta o si lamenta di quel che scrivi, tranne Giglionews? E’ forse l’invidia o la protervia, il “pus” che rende impervia la via per dirti grazie gran Tonino? E’ forse questo il tuo duro destino, di restare a Livorno clandestino?