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Le fake-news del WWF e il "maggiordomo" di GEO
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Le fake-news del WWF e il “maggiordomo” di GEO

Indecente “teatrino” (senza contraddittorio) al programma di Rai3 sul caso dei mufloni

“Gli interroganti chiedono di fare chiarezza sulle grossolane incongruenze all’interno dei singoli progetti che includono la mancanza di studi preliminari locali ed indipendenti, l’uso improprio dei fondi UE e il conflitto di interessi del “circuito chiuso” dei beneficiari, coadiutori ed ideatori dei progetti” (Dalla interrogazione parlamentare al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani)

Avantieri su RAI3, nel corso del programma “GEO”, è stata scritta una delle pagine più vergognose nella storia del “servizio pubblico”: un indecente “teatrino” (ovviamente senza contraddittorio) a colpi di salamelecchi e fake-news con la naturale disinvoltura di chi si considera una “casta sacerdotale” unica depositaria del “Verbo” ambientalista. Otto minuti e tredici secondi di “informazione” (absit iniuria verbis) da propalare al “popolo bue” (cit.) e con l’anello al naso. Mentre, invece, il conduttore – Emanuele Biggi – lo porta, a titolo di cronaca, al lobo sinistro. Tema del “siparietto”, la “conservazione” e il caso-studio (così, bontà sua, l’ha definito Biggi) dei mufloni all’Isola del Giglio. Come un perfetto “maggiordomo”, il conduttore ha introdotto l’ospite – la Direttrice del “Programma Conservazione” di WWF Italia – in perfetto stile Buckingham Palace: “Ciao ben trovata, vieni accomodati”, chiamandola ça va sans dire (tradotto in trasteverino: che te lo dico a fa’) per nome. Ed è partito il “pronto intervento in servizio permanente effettivo” in soccorso del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano…

La Direttrice, con il sodale e compiaciuto annuire del “conduttore”, ha avviato una disquisizione sul pericolo e sull’impatto distruttivo del muflone all’Isola del Giglio per l’agricoltura e la flora autoctona (richiesta risarcimento danni negli ultimi 20 anni: 1.200 euro, di cui 800 per il crollo di un muretto a secco… Dati ufficiali Regione Toscana): e qui non poteva mancare uno spassoso momento d’involontario umorismo. Perchè Biggi – “Appassionato della Natura” si autodefinisce: e questo basta per condurre un programma ambientale in Rai; mentre i giornalisti, vedi Donatella Bianchi (“sacerdotessa” del WWF), fanno i Presidenti di Parchi Nazionali. Così vanno le cose in Italia – con zelante tempismo sottolinea che “Non conosco nello specifico questo caso (ce ne siamo accorti… NdA) ma anni fa ero a lavorare come fotografo in un’isola dell’Arcipelago di Madeira dove capre e conigli hanno devastato la flora autoctona”. Ora, a parte il nesso e il contesto, prendo l’Atlante geografico e leggo: ” Arcipelago al largo della costa nord-occidentale dell’Africa. Famoso per il vino liquoroso oltre che per il clima caldo e subtropicale”. E si sa che la “combinazione” vino liquoroso + caldo subtropicale può avere effetti micidiali e obnubilanti…

Si continua, parlando del “piano di lavoro” sottoscritto tra Parco, WWF e LAV per “traslocare” i mufloni, anche “nelle Oasi WWF dove possiamo proteggerli”: e magari sterilizzarli. Perchè al “punto 2” dell’impegno assunto dal WWF, e firmato da Donatella Bianchi (vedi foto di copertina: lei al fianco del Presidente del Parco, Giampiero Sammuri), c’è scritto di “collaborare alla cattura, trasporto e sterilizzazione dei mufloni”. Diciamo che, come programma di “conservazione”, forse si potrebbe fare di meglio. Per la verità, anche la LAV lo aveva sottoscritto: ma è stato lo stesso Sammuri ad accusare pubblicamente la LAV di “non aver mantenuto gli impegni”. La LAV, non il WWF… Poi, ecco il “tocco della fuoriclasse”: con aria contrita, la Direttrice spiega che il Parco può in questo momento salvaguardare i mufloni solo nell’area di sua competenza, ma nell’altra metà dell’Isola possono essere uccisi dai cacciatori brutti, sporchi e cattivi perchè glielo consente la Legge Venatoria della Regione e quindi il Parco, poverino, non ne ha colpa. Non so perchè, ma questa mi pare di averla già sentita da qualcun altro o sbaglio?

Non poteva mancare, naturalmente, il tentativo di svilire e minimizzare lo studio scientifico realizzato, tra gli altri, dall’Università di Sassari e quella di Piacenza, tutto basato con un florilegio di “forse”, “sarebbe”: alla fine, per darsi un tono “scientifico”, la Direttrice afferma che “al momento non ci sono studi approfonditi” – certo non quelli del Parco e dell’ISPRA – e ammette obtorto collo che “bisogna approfondire di più l’impatto dei mufloni al Giglio” (“Non abbiamo buttato soldi per fare studi specifici sui danni dei mufloni nell’Isola”, cit. Giampiero Sammuri). Ma poi, volendo strafare, si dà la consueta zappa sui piedi: “Ma bisogna dire che tutte le popolazioni di mufloni hanno una specificità genetica“. Ma dai, davvero? Dimenticando, però, di aggiungere che solo la “razza sarda” è quella protetta dalla Legge italiana. Però, è dopo esattamente 5 minuti e 6 secondi di amabile conversazione (incredibile, vero?, come si possano dire tante sciocchezze in così pochi minuti) che viene data – sempre la Direttrice dinanzi al compunto conduttore – la “notizia” falsa come una banconota da 3 euro: “E’ stato un clamoroso errore portare i mufloni al Giglio negli anni ’50-60 per farli sparare dai cacciatori”. Una colossale (inconsapevole?) bugia: perchè è “universalmente noto”, come direbbe Sammuri, che i mufloni vennero introdotti nell’Isola nel quadro di un progetto, questo sì scientifico, per preservarli dall’estinzione. Ecco, questo è lo “stato dell’arte” dell’ambientalismo e dell’informazione in Italia. Come dite? Chi è la Direttrice del WWF? Ah, già: si chiama Isabella Pratesi. No, non è una “coincidenza”: è proprio la figlia dell’ex Presidente di WWF-Italia, Fulco Pratesi. Poi non venite a parlare di “circuito chiuso” autoreferenziale…