LE INFRASTRUTTURE PER IL RILANCIO DELL’ECONOMIA GIGLIESE
“In momenti di crisi investire nelle infrastrutture è sempre stata la giusta risposta in controtendenza che ha dato frutti inaspettati.”. La frase, tuttora valida, costituiva l’incipit del precedente programma elettorale che partiva da un ragionamento basilare e cioè, a causa delle ridotte risorse finanziarie del bilancio comunale, creare un portafoglio di progetti per la prossima e le future amministrazioni. La vera ricchezza di una buona amministrazione è realmente costituita dai progetti e non solo dai finanziamenti ottenuti. Non finiremo mai di adoperarci nel vincere un vecchio teorema che si basava sul “non ci sono soldi, non si fanno le opere”. Oggi pensiamo di essere culturalmente cambiati avendo promosso il cambiamento e offrendo un modo di amministrare responsabile, efficiente e concreto. I fondi per le opere non mancano, e lo abbiamo dimostrato in questi ultimi cinque anni, per cui continuare questo percorso è la proposta del nuovo corso amministrativo al quale potremo aggiungere un metodo innovativo di finanziamento delle opere comunali come il sistema delle sponsorizzazioni private che garantirà un’alternativa anche per la esecuzione materiale delle opere.
L’Amministrazione comunale, in questi ultimi cinque anni, si è posta il problema dell’organizzazione degli uffici per meglio captare forme di finanziamento necessarie agli obiettivi contenuti nel Piano delle Opere Pubbliche e non solo. Per questa esigenza abbiamo dotato l’organico dell’area tecnico-manutentiva di una figura professionale capace di intercettare maggiori risorse finanziarie come fondi europei, regionali, provinciali (pochi per la verità) e statali. L’aggiunta di due ulteriori professionalità, che hanno curato l’una la gestione delle gare e degli appalti e l’altra la progettazione non alienabile, ha permesso di completare il lavoro di riforma dell’ufficio chiave del comune.
I finanziamenti, di cui facevamo il breve cenno, sono costituiti dai fondi strutturali chiamati così perché vengono erogati direttamente dalle strutture regionali o nazionali (come ad esempio i FESR a cui noi attingiamo per i sentieri e per la deforestazione) anche attraverso organismi intercomunali come il FarMaremma di cui il nostro comune è socio. Hanno l’obiettivo di contribuire allo sviluppo economico e sociale dei paesi membri della Comunità Europea e sono semplici da attingere per le amministrazioni pubbliche perché sono simili al trasferimento dei fondi regionali.
In generale il tema è sempre lo stesso e lo abbiamo sintetizzato nel titolo “Le infrastrutture per il rilancio dell’economia gigliese”. La recente approvazione del Piano Strutturale e la formazione in itinere del Regolamento Urbanistico saranno le basi per una corretta proiezione in un futuro non più casuale, frutto di mancate decisioni, ma chiaro e nitido, basato su elementi cardine di una programmazione il cui scenario di riferimento rappresenta l’obiettivo primario. Nel piano strutturale appena approvato ci sono le forme ed i percorsi per ottenere i risultati sperati. Basta solo non disperdere il lavoro svolto fino ad adesso ed è per questo motivo che chiediamo ai cittadini di convalidare l’amministrazione uscente nel segno della continuità, interrotta solo dalle vicende straordinarie ed imprevedibili come la Concordia.
GLI ELETTORI NON SONO SPROVVEDUTI, VOGLIONO FATTI NON PAROLE. "In momenti di crisi investire nelle infrastrutture è sempre stata la giusta risposta in controtendenza che ha dato frutti inaspettati". Così si esprime la Lista Civica "Orgoglio Gigliese" -candidato sindaco Sergio Ortelli. Tuttavia questa affermazione è rimasta sulla carta se si osservano le infrastrutture completate, poche per la verità, nel quinquennio dall'Amministrazione Ortelli. Il portafoglio progetti fortemente voluto dal sindaco Ortelli, non è altro che un sicuro peso finanziario per i contribuenti gigliesi che saranno “condannati” a pagare i progettisti (questo è certo), mentre lo stesso sindaco Ortelli ha dimostrato nei cinque anni di non essere stato in grado di portare ad esecuzione la maggior parte delle opere pubbliche contenute nel “portafoglio progetti”, cioè opere pubbliche completate . Oggi gli elettori non sono tanto sprovveduti, vogliono fatti non parole. Basti pensare che nel 2010 l’Amministrazione Ortelli ha approvato un programma di opere pubbliche per circa nove milioni di euro e l’anno successivo investimento per cinque milioni di euro, senza aggiungere gli anni successivi che non sono da meno. TANTE CHIACCHIERE E NIENTE PIÙ' e non solo, ma delle opere già avviate (LA PALESTRA A CAMPESE, LA DELEGAZIONE AL PORTO, I LAVORI AGLI EDIFICI SCOLASTICI, IL CENTRO SOCIALE AL PORTO /VIA TRENTO, LA MESSA IN SICUREZZA IDROGEOLOGICA DELL'ARENELLA, senza dimenticare i PARCHEGGI MULTIPIANO AL CASTELLO ED AL PORTO (che sono stati considerati da sempre dal sindaco Ortelli, assolutamente prioritari rispetto a tutte le altre opere pubbliche), non sono state portate a compimento, nonostante cinque anni trascorsi. Nel 2011 al Giglio sono stati assegnati dal Ministero dell'Interno 682.028,70 euro per la REALIZZAZIONE DELLA STRADA CAMPESE /ALLUME,, ma non si è visto nessun risultato concreto. Tutto ciò non può che essere la prova provata della inefficienza dell'Amministrazione, quello che oggi si dice è solo un libro dei sogni che abbiamo già letto più volte e certo, non neghiamo a nessuno di poter sognare ad occhi aperti. Il Giglio non ha bisogno solo di enunciazioni roboanti, ma pure di essere governata sul serio e questo significa che si devono stabilire delle priorità e che per tradurre in cose concrete quanto si promette è necessario trovare le risorse e quando le risorse finanziarie ci sono LE INFRASTRUTTURE VANNO FATTE. In un Paese democratico dove dovrebbero valere i principi di competenza e meritocrazia ci saremmo aspettati che il Sindaco Ortelli facesse un passo indietro perché non si può amministrare un Ente pubblico con impegni finanziari già disponibili che non vengono utilizzati, COME RIPETUTAMENTE SEGNALATO, perché chi governa bada più ad apparire che ad operare, perché nella politica “inconcludente” non contano i risultati, i meriti, la bravura, la capacità di incidere positivamente sui processi economici e di sviluppo.