Isola del Giglio, non solo Costa Concordia: il Comune difenda le alberature “storiche” e il paesaggio
Mentre all’Isola de Giglio si discute di come e quando rimuovere e trasportare lungo il Santuario dei Cetacei il relitto della Costa concordia, sui giornali e blog locali impazza la polemica sull’abbattimento di eucalipti e cipressi lungo la strada che dal residence delle Cannelle porta al sentiero per le Caldane.
Anche Legambiente Arcipelago Toscano ha ricevuto da cittadini e turisti gigliesi alcune segnalazioni tra le quali la più recente spiega: «Avevamo contato tredici alberi segati brutalmente ad aprile; oggi se ne contano ventiquatttro. La nostra sorpresa ad aprile è stata ovviamente forte e accompagnata da domande che rimanevano senza risposta, chiedendo in giro: perché? Un viale alberato, molto bello e ombroso, su una strada vicinale – un simbolo, delle Cannelle»
Nei giorni scorsi il Comando stazione del Corpo forestale dell’Isola del Giglio aveva precisato che «Gli interventi di potatura di 23 eucaliptus e di taglio di 2 cipressi ricadono in area boscata quindi assoggettata alle prescrizioni della Legge Forestale Toscana 39/00 il cui regolamento 48R/2003 prevede all’art. 16 che le potature siano liberamente esercitabili e all’art. 10 c. 13 che sia liberamente esercitabile il taglio delle piante secche».
Inoltre il Cfs fa notare che «Il responsabile dell’Ufficio Forestazione della Provincia di Livorno competente territorialmente ha confermato che non si ravvedono elementi per contestare gli interventi» e specifica che al Giglio «Non esistono alberi né filari individuati ai sensi della L. 10/2013», cioè la legge “Disposizioni per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” che prevede anche disposizioni per la tutela e la salvaguardia degli alberi monumentali, dei filari e delle alberate di particolare pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale.
Ed è qui che entra in ballo il Comune dell’Isola del Giglio, che fino ad ora si è trincerato dietro il “permesso” della Forestale, permettendo di fatto una “potatura” forse un po’ troppo radicale degli eucalipti e dei cipressi che in alcuni casi somiglia più ad un’eliminazione.
Come dice in un’altra e-mail inviataci una cittadina del Giglio, «Mi limito qui a segnalare questo danno, una ferita visibilissima e a quanto pare poco spiegabile, se non con argomenti davvero deboli, ad un paesaggio che merita tutela e sensibilità (…) Come si vede bene dalle foto che alleghiamo, i moncherini di eucalipto forse avrebbero qualcosa da dire. Ripeto, se erano malati, fatecelo sapere e magari intervenite sulla potatura con più grazia e competenza. Se come temo così non è, mi chiedo che tipo di sensibilità civile, ambientale ed estetica abbia un signore che non si fa problemi a privare il passante della ombrosità dei vecchi eucalipti solo per allargare la propria vista sulla baia. Ma soprattutto, mi sconforta sapere che le amministrazioni a tutela dell’ambiente e del territorio non abbiano il coraggio di prendere posizioni nette».
Ormai il danno è fatto, ma invitiamo l’amministrazione dell’Isola del Giglio a far tesoro di quanto accaduto e, da qui in avanti, a tener conto delle sensibilità espresse in questi giorni da cittadini e turisti ed a proteggere e valorizzare, anche attraverso l’applicazione della legge 10/2013 citata dal Corpo forestale dello Stato, le alberature e le siepi dell’isola, magari censendole con l’aiuto di cittadini, turisti e del Corpo forestale dello Stato. Anche questo potrebbe essere, nel segno della tutela dell’ambiente e del paesaggio, un nuovo inizio per il Giglio dopo che il relitto della Costa Concordia avrà finalmente abbandonato l’isola.
Continuo a non capire il livore con il quale si risponde ad ogni contributo da parte di Lega Ambiente, Parco dell'Arcipelago Toscano, WWF etc...... Forse sono io ad essere un po' tardo. Per quale motivo l'amministazione ha avuto tante difficoltà ad ammettere che si è trattato di un intervento preventivo e non di un favore "ad personam"? La vicenda resta nebulosa. Fortuna vuole che le piante non si sono arrese ed hanno già dimostrato segni di ripresa, nonostante l'intervento di potatori privi di ogni cognizione botanica. Brutta storia. Per quanto riguarda i " liquami di m" io avrei da segnalare anche altri siti. Forse sarebbe l'ora che vengano censiti ed obbligare i proprietari ad intervenire. Evidentemente le fosse biologiche sono sotto dimensionate ed andrebbero svuotate a metà stagione. Cordialità.
Mi chiedevo come mai Legambiente non fosse ancora intervenuta sull'argomento... Non è che al momento scarseggiano argomenti più seri con i quali ricordare ai più la propria esistenza? In tutta questa polemica che definirei assurda forse si è persa di vista la realtà dei fatti: sono stati POTATI alberi, oltretutto non autoctoni, divenuti altissimi e quindi pericolosi, dato che gli eucalyptus sono molto sensibili al vento e spesso cadono o ne cadono rami. Qualcuno ha pensato che se dovesse cadere una di quelle piante porterebbe via la strada? Qualcuno ha pensato alle responsabilità dei proprietari delle piante se cadessero addosso a qualcuno (perché la strada è comunale su proprietà privata!)? Forse no, perché in quel caso il buon senso avrebbe avuto la meglio sulla voglia di far prendere aria alla lingua... O semplicemente la responsabilità non è di chi guarda il panorama dalla spiaggia o scrive dall'ufficio per giustificare il proprio ruolo nella società? Non ho poi mai visto levate di scudi quando la stessa potatura viene effettuata dalla provincia al bivio o al campeggio per gli stessi ovvi motivi di sicurezza, solo per rimanere al giglio, ma vi garantisco che sono normali pratiche colturali in qualunque città italiana, non le ha mai viste Legambiente? Quest'inverno un eucalyptus è caduto sulla strada provinciale sopra la fontuccia. Qualcuno se ne ricorda? Se qualcuno fosse transitato in quel momento sulla strada provinciale chissà se Legambiente sarebbe intervenuta per denunciarne la mancata potatura? Chiederei poi in giro per capomarino se le piante erano malate... L'anno scorso quasi non si vedeva il verde delle foglie per via di palline bianche appiccicose prodotte da un parassita... Ancora più grave: mi chiedo come mai Legambiente non si sia accorta che i due cipressi sono forse morti perché avvelenati da un rivolo di m... diciamo reflui proveniente dagli scarichi delle case in cima al capo marino che scorre proprio dove hanno le radici e ha già seccato altre piante da frutto? Forse è una zona troppo altolocata per metterci occhio o.. naso?? Su, non diventiamo ridicoli a vedere il ramo lecitamente potato (e che ricresce) e ignorare i liquami che scorrono (e purtroppo non tornano mai a chi li ha prodotti) Ebbene signori tutori dell'ambiente del paesaggio e della natura, che soluzioni avete affinché mai più nessuno osi POTARE impunemente delle povere piante? IL PARCO panacea di tutti i mali?? Ahahah Mi dispiace, ma pensate un pò... tale SCEMPIO sarebbe stato possibile ANCHE nel parco!!!