Piano del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ed Area marina protetta: ignoranza o voluta disinformazione?

Il dibattito sul piano del parco dell'Arcipelago toscano rischia di rimanere schiacciato nella confusione e sorprende che a farla siano proprio amministratori che dovrebbero conoscere le cose di cui parlano e spiegarle alla gente per farle comprendere meglio. E' evidente che prima il consigliere regionale Andrea Agresti (An) ed ora la consigliera provinciale di Grosseto Laura Cutini (Udc-Nuovo Millennio) e il consigliere comunale del Giglio Sergio Ortelli, che potremmo definire un noto "confonditruppe", o non sanno di cosa parlano o fanno voluta disinformazione.
Il Piano del parco dell'Arcipelago toscano non c'entra nulla con l'istituzione dell'Area marina protetta (Amp), che è un'altra cosa e riguarda altri percorsi istitutivi nel quale lo stesso Parco non c'entra, essendo l'istituzione dell'Amp frutto di un confronto ancora in atto tra comuni e ministero dell'ambiente.
Quel piano esaminato dalla giunta regionale, riguarda esclusivamente le aree terrestri di Elba (53%), Capraia (70%), Giglio (40%) e interamente le isole di Gorgona, Pianosa, Montecristo e Giannutri.
Il Piano del parco non può normare il mare, nemmeno quello affidato all'Ente Parco (Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri), mentre l'Area marina protetta dell'Arcipelago Toscano verrà istituita solo dopo che Comuni e ministero avranno raggiunto l'accordo su zonazione e regolamento, sulla base dell'iter riavviato dal ministro Altero Matteoli nel 2005.
Quindi il Piano del parco lascia a mare tutto come è attualmente: zone 1 e 2 in cinque isole, nessuna area marina protetta a Giglio ed all'Elba.
E' preoccupante l'ignoranza normativa di esponenti politici ed è ancora più preoccupante che si parli di un Piano senza nemmeno averlo visto e senza conoscerne i contenuti che sono da sempre pubblici. Il Piano del Parco, non c'entra nulla con l'Amp come credono o vogliono far credere Agresti, Cutini ed Ortelli,  è invece il frutto dell'istituzione del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano così come previsto dal Decreto del Presidente della Repubblica del luglio 1996, l'elaborazione di quel Piano è stato avviato nel 2000 dall'allora presidente Giuseppe Tanelli, è stato rivisto e confrontato con gli enti locali che fanno parte della Comunità del Parco dell'Arcipelago toscano, così come prevede la legge 394/91, dal commissario Ruggero Barbetti, ex sindaco di Alleanza Nazionale di Capoliveri, imposto più volte in quel ruolo dall'allora ministro Altero Matteoli contro il parere della regione Toscana.
L'attuale presidente del Parco, Mario Tozzi, si è praticamente limitato a recepire il buon lavoro sul Piano secondo noi fatto da Barbetti.
Meraviglia che sulla stampa locale si dia spazio acriticamente a queste interpretazioni fuorvianti e fantasiosamente disinformanti del Piano del parco senza spiegare ai lettori cosa sia  in realtà quello strumento approvato dal Direttivo dell'Ente Parco e dalla Comunità del Parco (11 comuni, 2 province e la regione) e in corso di adozione da parte della regione Toscana e che non c'entra nulla con l'Area marina protetta.