Lettera aperta di Marzio Scheggi, Segretario provinciale del PD

Cronache di un dibattito politico

Nelle dinamiche democratiche interne ad un Partito esistono vari momenti di discussione: pubblici e interni. L'obiettivo, da sempre,  è quello di raggiungere delle decisioni condivise dalla maggioranza, di analizzare proposte e idee.
Il fenomeno a cui assistiamo sempre più di frequente è, invece, una sorta di "terzo tempo" di questi dibattiti, che, al contrario di quello attuato nel rugby in cui i contendenti si incontrano amichevolmente, vengono trasferiti sulle pagine dei quotidiani per alimentare conflitti.
E' un "terzo tempo" in cui alle volte si cercano di riaprire partite chiuse, di delegittimare ruoli o persone, confidando nella confusione generata all'esterno del tavolo di discussione, e negando, di fatto, un valore alla democrazia e all'organizzazione interna.
La discussione aperta e franca sulle elezioni primarie che si è svolta nei giorni scorsi a Follonica, riferita su un quotidiano locale non per i suoi contenuti, ma accentuando le differenti opinioni espresse, rischia però di svilire un processo che è invece la vera novità del panorama politico attuale. Di questo sono preoccupato.

Il PD ha, infatti, avviato in questi mesi un complesso dibattito di ridefinizione programmatica anche locale. Il documento provinciale "Grosseto 2014: al centro dell'Italia, all'avanguardia in Toscana", approvato recentemente, è la base su cui costruire i progetti di governo dei Comuni e della Provincia e le future alleanze ed è  strettamente connesso con il metodo di selezione delle candidature.

Individuare, infatti, le candidature attraverso una preselezione pubblica non è solo questione di metodo, ma ha introdotto  all'interno del Partito Democratico, unico tra tutti i partiti italiani, il principio di non autosufficienza, la possibilità di offrire la disponibilità a candidarsi e di verificare il gradimento delle persone proposte all'interno del proprio elettorato.
Il Partito Democratico, anche a Follonica, ha confermato questa sua volontà e la riconfermerà, laddove necessario, in tutti i Comuni e per la Provincia di Grosseto nel rispetto di regole già definite e condivise, a suo tempo, da tutta l'organizzazione regionale e provinciale. Il mio non è, dunque, un appello alla censura e neppure l'espressione di un desiderio di segretezza, ma un invito al rispetto, al senso di responsabilità che è indispensabile in tutti i livelli di democrazia.