da www.greenreport.it

In questi giorni alcuni articoli sulla stampa locale riportano la notizia della possibile fine dei divieti di balneazione ed immersione nelle Aree marine protette (Amp) dell’Arcipelago toscano e in generale in tutto il mare protetto.

Il ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo in persona avrebbe convocato a Roma un ex campione del mondo di pesca subacquea elbano per far parte della commissione di studio per la verifica della fattibilità dell’estensione delle immersioni nelle Amp ed i due si sarebbero trovati d’accordo, come scrive oggi la cronaca grossetana del Tirreno, «sull’opportunità di aprire già quest’anno le aree ai subacquei, che non si capisce quanto possano inquinare più delle navi che transitano a poca distanza e che potenzialmente scaricano a mare di tutto».

Tutti sono in trepida attesa degli sviluppi di questo summit che potrebbe permettere ai sub accompagnati da guide ambientali di immergersi nelle aree marine protette di Giglio e Giannutri. «Per saperne di più – scrive il Tirreno - bisognerà attendere il 27 aprile, giorno in cui la commissione presenterà le sue conclusioni e l’attesa è molta anche dalle nostre parti, come documenta il giornale informatico Giglionews».

Sulla questione abbiamo sentito Legambiente Arcipelago toscano: «Non sappiamo se prenderla a ridere – dice il portavoce Umberto Mazzantini - Sembra uno scherzo che il ministro dell’ambiente non sappia che nelle aree marine protette del parco nazionale dell’Arcipelago toscano le immersioni sono già consentite in zona 2. Non vorremmo che qualcuno dopo la disavventura di Fini a Giannutri la scorsa estate, beccato in zona 1, cioè riserva integrale, volesse provare ad andarsi a fare le immersioni esclusive anche a Montecristo che è una riserva integrale con diploma europeo… Inoltre Pianosa, Montecristo, Giannutri, Gorgona e Capraia  sono un'altra cosa rispetto ad un’area marina protetta ancora istituita, sono zone di mare protetto affidate al parco in attesa che si istituisca l’Amp prevista dalla legge 979 che risale addirittura al 1982, hanno quindi regole e divieti definiti da un Decreto del Presidente della Repubblica, per cambiare quelle regole ci vuole un altro Dpr e bisogna sentire il parco e la regione, non basta fare l’ennesima commissione a Roma».

E per le immersioni al Giglio e Pianosa?
«Al Giglio il problema delle immersioni non si porrebbe nemmeno con l’istituzione dell’Area marina protetta (che non c’è ancora) perché la perimetrazione proposta dal comune ed accolta da ministero non prevede zone A di protezione integrale. Per Pianosa questi superesperti riuniti al ministero farebbero bene a dire al ministro Prestigiacomo di darsi da fare per sbloccare le autorizzazioni per le boe per le immersioni subacquee che il parco aspetta di mettere da anni».

Però una regolamentazione per le immersioni nelle Amp sarebbe necessaria
«Così necessaria che esiste già: è stato già fatto un serissimo tavolo di lavoro tecnico al ministero dell’ambiente, al quale hanno partecipato tutte le maggiori associazioni subacquee, quelle ambientaliste ed esperti, che nel 2008 ha approvato un protocollo d’intesa sulla gestione sostenibile delle attività subacquee nelle aree marine protette, quindi si sta parlando di una cosa che già esiste, che noi abbiamo fatto conoscere quando si aprì l’infuocato dibattito sulle Amp. Il ministro dovrebbe conoscerla, visto che l’ha prodotta il suo ministero…Quindi, il protocollo di cui si parla come una splendida novità c'è già, è avanzato e discusso e concordato con tutti i soggetti rappresentativi, dice le stesse cose di cui parlano oggi i giornali con sorpresa ed è grottesco che il ministro non lo sappia».