Sono Paolo Loffredo Comandante e Armatore di una delle Compagnie di Navigazione che operano nel Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano.

Questo mio intervento è volto a dire BASTA! alle menzogne e alla disinformazione dei giornalisti e di quanti costantemente screditano gli operatori del settore turistico marittimo che lavorano nell’Arcipelago toscano.

La violazione dell’area protetta di Giannutri dell’onorevole Fini è stata l’occasione per una nuova serie di di articoli denigratori sui cosiddetti “barconi” che scaricano turisti sull’isola aumentandone in modo esponenziale il degrado. Certamente l’onorevole Fini ha sbagliato ma ha anche avuto modo con questa esperienza di rendersi conto che le attuali disposizioni non permettono di apprezzare che in minima parte - o addirittura in nessun modo -  le bellezze naturalistiche di cui siamo stati beneficiati in questa splendida zona. Ci auguriamo che questo lo induca a sollecitare il Ministero dell’Ambiente affinché riesamini i provvedimenti di tutela dei Parchi marini in un modo più costruttivo imponendo regole rigorose ma dando modo al pubblico di godere di questo importante patrimonio naturale.

La miglior cosa sarebbe se le nuove misure preventive non fossero prese  da burocrati che niente sanno del mare o del nostro territorio ma fossero studiate da esperti che navighino con noi  operatori che amiamo le nostre isole e che ne conosciamo tutti i segreti. A tal fine saremmo ben lieti di mettere a disposizione le nostre imbarcazioni per portare in giro gli studiosi e illustrare in concreto i problemi di queste aree.

Forse questa sarebbe l’occasione per far capire agli esperti del Ministero che proprio noi, che da generazioni viviamo in questo territorio, lo conosciamo più di ogni altro e lo amiamo profondamente.

Siamo proprio noi i primi a pretendere la sua tutela tanto è vero che quest’anno la flotta degli operatori marittimi si è arricchita della prima nave ultramoderna ed ecologica  dotata di tutti gli accorgimenti e le strumentazioni  più all’avanguardia, in grado di poter navigare senza inquinare anche in ecosistemi delicatissimi, fornendo un esempio e uno stimolo a tutte le altre Compagnie a potenziare i sistemi antinquinamento e i confort delle proprie imbarcazioni.

Chi in malafede imputa ai cosiddetti “barconi” la responsabilità del degrado delle nostre isole ed in particolare di Giannutri dovrebbe sapere che sta parlando di Motonavi soggette a rigorosi controlli da parte del RINA e delle Autorità competenti e fornite di cassoni di contenimento liquami che ne impediscono lo scarico in mare e che proprio l’esistenza dei bagni a bordo sopperisce alla scandalosa carenza di servizi igienici sull’isola!

Va tenuto inoltre conto che il turista che scende dai “barconi”  prima dell’approdo viene preventivamente informato, tramite l’impianto audio delle nostre barche, di quali sono i vincoli a cui si deve attenere e sensibilizzato a non essere fonte di inquinamento. La sosta del passeggero sull’isola non si protrae per più di 3 ore durante le quali  al massimo fa il bagno o una passeggiata nello stretto percorso imposto dalla regolamentazione sperimentale emanata dal Parco Arcipelago. I danni che può arrecare all’ambiente sono dunque nulli.

Cosa dire invece delle 250 abitazioni di Giannutri (di cui bisognerebbe verificare l’impianto fognario che sembra non sia propriamente a norma!) che d’estate si popolano di famiglie in vacanza creando un incremento di popolazione dalle 23 unità residenti alle 1.000 – 1.200 estive? Come mai questi privilegiati proprietari di case che vivono per  settimane sull’isola e provocando un aumento considerevole di produzione di rifiuti e di liquami sfuggono alle ordinanze e alle regole? Per loro non esistono zone proibite: attraversano le aree di ripopolamento faunistico, si dedicano alla pesca, fanno il bagno dove preferiscono. Vi sembra che la legge sia uguale per tutti?

Dopo anni in cui si sono trascurati i problemi, la soluzione per godere dello splendore di Giannutri e degli altri angoli di Paradiso che abbiamo nell’Arcipelago non può essere la chiusura  delle isole, come già è stato fatto per Montecristo e Pianosa!  La chiusura non porta che a trasgressioni e a vandalismi e non è quello che desidera il cittadino: tanto è vero che nelle ultime elezioni i Verdi -  i più rigidi sostenitori della chiusura -  non sono stati premiati dagli elettori per la loro politica.

E’ necessario invece:

- Stabilire delle regole che siano seguite da tutti, con sanzioni pesanti per chi non le rispetta. I provvedimenti devono riguardare non solo la fruizione delle isole ma anche prevedere la regolamentazione della pesca sportiva e amatoriale e l’accesso alle isole delle barche da diporto siano esse a motore che a vela a cui non deve essere vietato l’ingresso ai Parchi marini se opportunamente attrezzate con semplici accorgimenti: piccoli cassoni di contenimento, che al contrario delle imbarcazioni più grandi non hanno l’obbligo di avere. In tal modo si eviterebbe lo scarico a mare di residui di cucina, dei bagni e di piccole quantità di carburante.

- Affrontare i problemi delle isole alla radice provvedendo a bonifiche, a creare servizi, a curare la manutenzione sia dei beni storici sia delle abitazioni private.

- Potenziare il personale addetto al controllo formando delle risorse locali che già conoscano e amino il territorio e possano affiancare tutte le forze dell’ordine già presenti.

MA SOPRATTUTTO:

- Sviluppare e formare con opportune campagne di sensibilizzazione il senso civico e di responsabilità del visitatore (cominciando dalle visite scolastiche di istruzione) perché le isole sono un patrimonio comune e una bellezza insostituibile del nostro Paese.

Noi operatori vorremmo che il Ministero dell’Ambiente, le Regioni, gli Enti locali  e la nostra Provincia affrontino in modo costruttivo il problema dalla vera parte del cittadino e con occhio attento anche alla salvaguardia dell’economia locale che sarebbe fortemente  penalizzata da divieti categorici e indiscriminati. Nel caso ciò non accada siamo pronti a continuare nella nostra azione di contrasto e a porre la questione, se occorre,  anche in ambito di Comunità Europea in modo che i  provvedimenti  adottati tutelino tutti e non solo pochi privilegiati.

Il Comandante Paolo Loffredo