Ho visto con estremo piacere il servizio di Geo&Geo sulla ricerca dell'oro. Il fatto che l'amico Valter Marinai, Vice Direttore del Museo, abbia reperito l'oro nativo al Giglio è un fatto di per sé estremamente interessante, non solo come coronamento di una lunghissima campagna di raffinata ricerca mineralogica al Giglio - Valter ha scoperto molte specie tra cui l'uraninite, lo zircone, lo xenotimo, che hanno contribuito a comprendere i meccanismi di formazione delle isole toscane - ma soprattutto perché tale scoperta comporta delle implicazioni estremamente interessanti sui meccanismi di formazione della nostra Isola.

L'oro del Giglio è confinato ad una limitatissima zona nella parte settentrionale dell'Isola, un'area superficiale di poco più di un metro cubo, ripeto, di assoluto ed esclusivo interesse scientifico: se diamo retta all'affermazione del dott. Dini sul tenore di oro nella roccia, con un paio di calcoli si può ritenere che con tutto l'oro contenuto al Fenaio si farebbero a stento un paio di catenine ...

Scherzi a parte, non vorrei che questa segnalazione - ripeto, di puro interesse scientifico - attirasse al Giglio improvvisati cercatori d'oro che, come già successo anni addietro a Pietralta, presi dalla smania della ricerca distruggessero un altro dei "laboratori naturali" che il Giglio ci offre.

Ancora una volta la nostra Isola si presenta come una fonte inesauribile di informazioni e di scoperte di grande fascino non solo per la mineralogia, ma per tutta la scienza, e non possiamo assolutamente rischiare un altro scempio come quello accaduto tanti anni fa a Pietralta: per questo invito immediatamente il Sindaco e l'Assessore alla Cultura ad emanare un'ordinanza di divieto assoluto di ricerca di minerali nella zona del Fenaio.

Da tempo, con la collaborazione degli amici Valter Marinai e Claudio Kutufà, sto lavorando ad una serie di linee-guida sulla regolamentazione della ricerca geomineralogica al Giglio, ed attualmente la proposta è all'esame del Comune. Credo che sia venuto il momento di trasformare queste linee-guida in un'ordinanza vera e propria, al fine di preservare ciò che resta di Pietralta e questo minuscolo affioramento aurifero, affinché altri scienziati possano andarci per esclusivo motivo di studio.

Che sogno poter mostrare nel Museo il campione presentato a Geo&Geo... di certo conoscendo Valter, se il campione non è proprietà dell'Università di Pisa, sicuramente arriverà nel Museo.

Bravo Valter, continua così!