Domenica 30 maggio scorso, festa della S.S. Trinità, all'Isola del Giglio, nella quasi totale indifferenza di una stagione turistica appena all'inizio, si è verificato un fatto che, possiamo dire senza esagerare, ha veramente chiuso un'epoca. Infatti quella notte, per la prima volta dopo centinaia e centinaia di anni, dentro le mura di Giglio Castello non ha dormito neppure un asino! (A onor del vero al Castello esiste ancora un altro asino, ma ha la stalla fuori le mura.

I contadini gigliesi fino a non molti anni fa, avevano l'asino come unico mezzo di locomozione. Alcune famiglie ne avevano anche due o tre. Le stalle erano tutte sotto le abitazioni del Castello. Dal suono e dal ritmo dei ragli, i contadini di allora riuscivano a capire di chi era il somaro che ragliava.

I Castellani, man mano che hanno lasciato la campagna per altre attività, si sono liberati degli asini, tanto che, da centinaia di somari, dentro il Castello, ce ne era rimasto solo uno (di Pietro di Gentilina). Una bestia ormai anziana ma bravissima, che obbediva sempre al padrone, anche quando gli chiedeva di spostarsi un po' per salire o scendere meglio dal basto. Il proprietario, ormai anziano anche lui, ha lasciato la campagna e di conseguenza anche il ciuco, che è stato portato (all'inizio un po' recalcitrante) alla Torricella, da Ghigo Pardini, che ha altri asini.

Nel paese, d'ora in poi, nessuno sentirà più il raglio dell'ultimo somaro.

Aldo Aldi