Ciao Uberto, con commozione voglio ricordare un episodio che mi successe una decina di anni fà.
Per lavoro dovevo andare al Campese, ma non c'erano mezzi e allora tu, con la gentilezza e disponibilità che ti contraddistingueva, mi prestasti la tua mitica cinquecento rossa. Per tutto il tragitto, all'andata e al ritorno, tutti mi salutavano sorridendo perchè mi scambiavano per te. Questo mi fece capire che eri ormai parte integrante ed integrata di questa meravigliosa Isola e della sua comunità e il sorriso della gente mi fece capire che ti volevano bene.

Addio Uberto.
Massimo Vongher