L’ISOLA del Giglio, Piombino, Livorno, Carrara e la Toscana, intesa come Regione, forse possono cominciare a fidarsi di Silvio Bartolotti, general manager della ravennate Micoperi Marine, vincitore in cordata con l’americana Titan Salvage, della gara per il recupero del relitto della Concordia. Perché non si nasconde dietro giri di parole, perché dice senza mezzi termini che «la nostra missione è fare in modo che, una volta che completeremo il recupero del relitto, dovrà sembrare che nell’isola non sia accaduto nulla». 

Ha già in mente qualche mossa concreta?
«La prossima settimana sarà infernale per me: dovremo costituire assieme alla Titan il consorzio d’impresa che firmerà i contratti per l’operazione recupero. Tutte le mie energie sono concentrate sullo spostare quella nave il più in fretta possibile».

Piombino può candidarsi come base logistica?
«Si può fare a Piombino o a Livorno, lo studieremo assieme al comitato istituzionale. Il progetto di recupero vale quasi 300 milioni di dollari, è stato studiato in collaborazione con l’ingegner Giovanni Ceccarelli. La Costa ha dimostrato di essere una società responsabile perché ha scelto la nostra soluzione, che costa quasi un terzo in più dell’altra. Ma è quello che garantisce il 100 per cento del risultato, dà il massimo delle garanzie».

Conferma la sua intenzione di destinare gli eventuali utili all’Isola del Giglio?
«Non c’è nessun trucco o sotterfugio; una volta che ho recuperato le mie spese, il resto sarà devoluto al Giglio. E sarà un piacere destinare i soldi all’isola. Sa cosa mi gratifica? Il fatto che un mio amico, qualche giorno fa, mi ha chiamato da Dubai congratulandosi con me perché Al Jazeera aveva dato la notizia della gara sulla Concordia, e la Micoperi era su tutti i giornali. Dovrò parlare con Titan di queste mie idee, gli americani hanno altre esigenze, vanno convinti. Ma una mediazione si può trovare».

Perché tutto questo affetto per il Giglio e la Toscana?
«Noi siamo pagati daily rate, al giorno. So che qualche azienda aveva parlato con gli albergatori locali, pronta a prenotare camere fino a dicembre 2013. Noi non siamo così, questo recupero è un compito incredibilmente importante per tutta Italia. Dobbiamo dimostrare al mondo che siamo capaci di cose straordinarie, di togliere quella nave da lì nel più breve tempo possibile. Questo è un bel progetto, chi non ci crede meglio stia fuori».

Voi non prenoterete alberghi?
«Nessuno degli operai scenderà a terra, dormiranno sulle navi. Non disturberemo la stagione turistica, chiameremo i carabinieri del Noe a controllare. Siamo pronti ad assumere professionisti e artigiani del luogo, ci sono dei fili del destino che mi legano all’isola».

Cosa vuol dire?
«Io sono originario di Lugo, ma mi sento legato alla Toscana. Mio fratello aprì un’azienda a Montepulciano, voleva morire lì; purtroppo è morto in un incidente alla prima curva dell’AutoPalio. Al Giglio, dopo l’affondamento della Concordia, ho scoperto di avere una cugina che fa la farmacista, Franca Bartolotti. C’eravamo persi di vista per 54 anni. Sono cose che per me hanno un significato. Sono stato al Giglio, è un posto fantastico. Non si possono fare speculazioni su un lavoro del genere».

di PINO DI BLASIO