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OMAGGIO A "SILVESTRA"
Attorno al 24 Aprile, fresco, profumato e gentile, nei prati, nei boschi e tra i pruni, dove certuni non riescono a entrare, ecco, tra “sol y sombra”, occhieggiare il “Fungo di San Giorgio”, detto anche “Spinarello”, ovvero “Saettino” e “Maggiolino”, ch’è il più buono e il più bello che la terra doni, dopo Pasqua, a color che, stando proni, s’incoronino di spine, senza lamentare, ai margini del bosco, sapendo che cercare.
Di color biancolatte mielato, poco all’aperto, molto tra le fratte, nasce sempre negli stessi luoghi, soprattutto tra roghi ed il folto dei pruni, tant’è che lo chiamano anche “Prugnolo”. Ed è il solo, che, con un dolce sapore di mandorle amare, specie quand’è piccolo e tozzo, pure da crudo, sappia giubilare fauci e gargarozzo.
Attenti al falso drudo, però, perché, se ben non si conosce, si può finire, letteralmente, “a gambe mosce”, scambiando la “Calocybe”, con la “Clitocybe Albata”, che, un po’ maculata, tanto le somiglia.
Per tener, quindi, stabile la “briglia”, (non so se al Giglio cresce questo fungo), e vivere più a lungo, che non lo si faccia, di soppiatto, prima mangiare all’altrui gatto o ad un pollo imberbe, ché non serve, ma che ci si consigli, e che Cristo, se sbaglia, se lo pigli, ad un che se ne intende. Ovvero a un “fungarolo”, con tanto di “commende”, che, dalla “cerca”, tragga le “prebende”, e, quindi, solo, solo, s’aggiri per le macchie raso al suolo.
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