Gentile Direttore,
reduci da un’assemblea condominiale, tenutasi all’Hotel Bastiani di Grosseto, in merito al danno economico e paesaggistico arrecatoci dalla Giunta e dal Consiglio Comunale di Isola del Giglio, assemblea nel corso della quale, per il momento, non c’è rimasto, come si usa dire, che “leccarci le ferite”, ci rivolgiamo a Lei, con preghiera di pubblicazione, per esternare ai cittadini dell’isola, alle autorità costituite ed a tutte le persone di buon senso che leggono il Suo giornale, l’amarezza che ci assilla, in quanto ci riteniamo, a prescindere dalla “formalità” delle procedure seguite dalla Municipalità, vittime di un vero e proprio sopruso.

Sopruso perpetrato (a questo punto sembra addirittura senza possibilità di “replica” per scadenza dei termini di “protesta”) a danno di una sessantina di proprietari ed inquilini, per la stragrande maggioranza residenti in altre parti d’Italia, che, per solito, passano a Campese, il periodo di Ferie estive, salvo qualche breve “puntata” in occasione di altre festività.
Una sessantina di proprietari-inquilini, ovvero quelli del residence che, “affacciandosi” sul campo sportivo, almeno fino ad oggi, hanno potuto godere dell’unica fascia di verde racchiusa nell’agglomerato urbano, avendo alle viste, in tutto od in parte, anche lo spettacolo delle acque del golfo.
Proprietari-inquilini che, per assicurarsi quella confortevole “prospettiva”, non solo hanno speso, complessivamente, milioni di Euro, ma, anno dietro anno, hanno pagato e pagano tasse ed utenze, che in almeno un caso, costituiscono un vero non sense (l’imposta per un “depuratore” che non c’è).

Ebbene, queste persone, che hanno tutte sostenuto notevoli “sacrifici” per potersi assicurare un posto al mare e bagnarsi in acque, per solito, confortevoli e pulite, d’improvviso e del tutto casualmente, appena qualche settimana fa sono venute a sapere, dietro segnalazione di qualche “anima buona ed amica”, che, all’interno del campo sportivo, di fronte alla scala centrale a chiocciola che dà accesso al residence, ad appena qualche decina di metri dalle loro facce, il Comune, avendo deciso, senza minimamente avvertire o convocare preliminarmente i diretti interessati, stava iniziando la costruzione di un’ampia palestra, non solo dall’ingombro orizzontale ovviamente considerevole, ma anche dell’altezza di ben 10 metri a partire dal livello del campo.

Tutto questo ci danneggia e c’indigna, ma la cosa che più ci fa ribollire il sangue è che quella palestra, di cui non discutiamo affatto (e potremmo pure farlo) né l’utilità, né tantomeno la congruità rispetto ai bisogni della cosiddetta “popolazione scolastica” dell’isola, è stata “dirottata” nel campo sportivo del Campese per motivi oggettivamente di comodo.

E questo è di tutta evidenza se solo si considerano alcune cose:

1^) che il progetto iniziale di massima e le precedenti deliberazioni avevano stabilito che il “plesso” dovesse insistere su un’area specifica di Giglio Porto;

2^) che l’attuale maggioranza, di fronte alle proteste espresse dagli abitanti di Giglio Porto, quasi tutti residenti in modo permanente sull’isola e, quindi, votanti, a differenza di tutti quelli del residence (che risiedono altrove), in periodo preelettorale aveva promesso che la palestra sarebbe stata spostata altrove;

3^) che, a prescindere dal fatto che l’area del campo sportivo fosse già stata “prefigurata”, per sua stessa natura, come luogo “vocato” all’insediamento di attività ginniche, non mancava certo la possibilità di individuare altre allocazioni, utili anche a sanare situazioni di vero e proprio degrado ambientale, quale, ad esempio, quella alle spalle (a destra) dello stesso residence, a fianco della strada, anch’essa degradata che conduce all’”Allume”;


4^) che, in occasione dell’apposita “Conferenza” (così si chiama) deliberativa, convocata dalla Giunta comunale, per decidere in merito alla ridislocazione della Palestra ed alla definizione del progetto, siano stati invitati tutti quanti i soggetti interessati all’esecuzione di opere pubbliche, ivi comprese le “Belle Arti” (per le quali, tra l’altro, ci chiediamo, come abbiano potuto avallare un’ipotesi edificativa tanto imponente, da “impegnare” in modo sostanziale, grazie anche allo svincolo d’accesso, l’unica area verde ricompresa nell’abitato del Campese), mentre nessun avviso o coinvolgimento di sorta hanno ricevuto i più diretti interessati, ovvero i proprietari delle costruzioni più vicine e quelli del residence prospiciente, da sempre organizzati in “Condominio”; proprietari che dalla realizzazione dell’opera, oltre a ricevere un danno, per così dire, di natura estetico-ambientale, a motivo della mutata e ridotta prospettiva, riceveranno, per conseguenza, anche un deprezzamento delle loro unità immobiliari.

A questo punto, signor Direttore, facendo nostra la “saggia” espressione del Senatore a vita Giulio Andreotti, che, molti anni addietro, affermò che a pensar male si fa peccato ma, spesso, ci si “azzecca”, ci viene da pensare, appunto, male.
E cioè che il “dirottamento” o la “ridislocazione” della Palestra, di cui abbiamo saputo, lo ripetiamo, solo qualche settimana fa, è avvenuta obbedendo a ragioni di pura connotazione “politica”.
Ovvero, che la “sollevazione” della popolazione residente di Giglio Porto (gente votante), ha indotto gli amministratori del comune a modificare il luogo di destinazione della palestra là dove, in tutti i sensi, faceva più comodo e creava meno problemi.

Meno problemi perché il campo sportivo era, per sua stessa natura, già destinato ad accogliere attività di natura ginnica; l’area di riferimento, era già nella disponibilità del Comune; gli abitanti, intorno, in quanto non residenti, non solo non  avrebbero, in nessun caso, potuto influenzare un risultato elettorale, ma , sempre perché non residenti, si sarebbero accorti “del colpo di mano” quando già i lavori fossero stati iniziati (e questo avrebbe loro impedito di manifestare, per tempo, attraverso sit in di protesta, esposizione di striscioni o cartelloni e, magari, anche attraverso l’occupazione fisica dell’area interessata).

A voler ancor più pensar male, potremmo pure aggiungere che, magari, l’attuale amministrazione comunale di sinistra, sbagliando alla grande, con fare, per così dire, “classista”, abbia pensato che, in fondo, il danno procurato ai proprietari dei miniappartamenti del residence, per il fatto di ricadere su gente sostanzialmente abbiente, non era cosa di cui preoccuparsi più di tanto.

E, per favore, non ci si venga a dire che la “delibera” era stata affissa, secondo legge, nell’apposita “bacheca” comunale, a disposizione di chi avesse voluto leggerla e promuovere, per tempo, atti di “opposizione” legale.
La risposta è semplice: chi abita fuori dell’isola, se non viene preavvertito, non è che, di tanto in tanto, per curiosità, viene ad Isola del Giglio per recarsi nella Casa comunale a leggere gli avvisi.

Quanto è avvenuto, costituisce una vergogna, quantomeno in termini di rapporti civili tra una pubblica amministrazione ed un nutrito gruppo di turisti-proprietari che, direttamente ed indirettamente, nel corso degli anni, hanno costantemente dirottato e tuttora continuano a farlo, flussi non secondari di denaro nelle casse comunali e negli enti di gestione delle utenze di sua pertinenza.

Nel salutarLa e nel ringraziarLa per ciò che vorrà o potrà fare per noi pubblicando questa lettera, vogliamo solo aggiungere, icasticamente, che ci sentiamo degli “sfruttati”, ovvero delle “mucche da mungere” ben bene, non certo dei concittadini, seppure di seconda classe. Concittadini che, comunque, si opporranno allo “scempio” in corso ai loro danni, in ogni e qualsiasi maniera la legge consentirà di farlo.

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