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PORTI E SPECULAZIONI: L'ECCEZIONE DEL GIGLIO

PORTI PUBBLICI E SPECULAZIONI PRIVATE: L’ECCEZIONE DELL’ISOLA DEL GIGLIO

Porto Isola del GiglioTante volte su queste colonne abbiamo denunciato la vergognosa privatizzazione dei porti pubblici ad opera di “concessionari” che spesso applicano tariffe più alte che nei porti privati, senza alcun controllo da parte della pubblica amministrazione.

E’ per questo che vale la pena di segnalare un esempio che va “contro corrente” nella speranza che venga imitato.

Chiunque bazzica il Tirreno sa bene quanto sia complicato stare all’Isola del Giglio: il porto è minuscolo, “invaso” da traghetti enormi e con una minima parte riservata al diporto nautico. Tanto è vero che fino a due anni fa, d’estate, si assisteva ogni giorno all’assalto dei pochi metri di banchina disponibile, con ormeggi anche in terza e quarta fila, con le conseguenze che ci si può immaginare specie per le manovre dei traghetti. In più, questa situazione di anarchia favoriva qualche speculazione di qualche “pratico locale” che riusciva a “tenere il posto” per il diportista facoltoso.

Oggi è tutto cambiato. Il Comune ha installato un piccolo pontile con acqua e luce a prezzi del tutto accettabili e, soprattutto, la locale Capitaneria di porto, d’accordo con il Comune, è intervenuta con decisione per razionalizzare con trasparenza l’ormeggio dei diportisti su tutta la banchina disponibile a sinistra dell’entrata: basta contattare prima la Capitaneria e chiedere di essere messi in lista d’attesa. Alle 18 e 30 le imbarcazioni che portano i turisti in gita lasciano libera la banchina e si ormeggiano dall’altra parte del porto; la Capitaneria, con l’ausilio di alcuni ormeggiatori, inizia  allora a chiamare sul 9, via VHF, le barche prenotate per farle ormeggiare (con la loro ancora) in modo da sfruttare al massimo, tenuto conto delle dimensioni delle imbarcazioni, lo spazio disponibile in banchina senza creare difficoltà ai traghetti di linea. E così, in modo del tutto tranquillo e trasparente, il diportista può prenotare il posto e restare in banchina fino alle 10 della mattina successiva. La cosa stupefacente (tenuto conto di quanto avviene di solito) è che tutto questo al diportista non costa niente; se vuole, può lasciare la mancia agli ormeggiatori, ma nulla gli è imposto.

Tutto questo, evidentemente, è merito soprattutto del locale Comandante della Capitaneria con il rischio che, in caso di suo trasferimento, tutto torni come prima.

Prima che questo avvenga, l’auspicio è che il modello Giglio venga fatto proprio dai vertici nazionali della Capitaneria di porto e applicato in tutti i porti pubblici. Utopia?

Gianfranco Amendola