Un complesso immobiliare da dodici unità, un magazzino demolito e dalla destinazione mutata, quattro imputati a giudizio e un quinto con trattazione separata, due società romane coinvolte nel procedimento per le responsabilità amministrative, un Comune persona offesa, lo sfondo di una corruzione continuata per atti contrari ai doveri di ufficio, un costoso orologio e soggiorni gratis in albergo come "regalie".

Arriva a processo un fascicolo aperto nel 2008 dal sostituto procuratore Giuseppe Coniglio e che vede al centro delle indagini pratiche edilizie a Isola del Giglio. Il gup Pietro Molino ha rinviato a giudizio (prima udienza il 24 aprile) Giovanni Battisti, 51 anni, di Poggio Bustone (Rieti), in qualità di dirigente dell'ufficio tecnico di Isola del Giglio e segretario del collegio ambientale; Paolo e Roberto Cecconelli, 61 e 52 anni, nativi di Udine, imprenditori interessati agli interventi edilizi relativi alla costruzione di 12 appartamenti a Campese (Palocco Immobiliare srl, ne è amministratore Paolo Cecconelli) e all'immobile di via Arenella (Giglio Immobiliare Costruzioni srl, ne è amministratore unico Roberto Cecconelli); Giovanni Battista Franco, architetto di 64 anni, di Roma, tecnico di fiducia dei Cecconelli, progettista e direttore dei lavori ad Arenella e progettista del complesso a Campese. La quinta persona indagata è l'architetto Nicoletta Maioli, funzionaria della Sovrintendenza per i beni architettonici e ambientali Siena-Grosseto. Il Comune di Isola del Giglio è stato individuato come persona offesa per la costituzione di parte civile.

Secondo l'ipotesi di accusa, nel luglio 2008 Franco e i Cecconelli avrebbero regalato a Battisti un orologio da 2.500 euro (Eberhard modello Tazio Nuvolari) e vari pernottamenti gratuiti nell'albergo dell'Arenella della Giglio Immobiliare (gestita da altra società riferibile ai Cecconelli): questi ultimi anche in favore dei familiari del dirigente-segretario, nel periodo 2007-2009, comprese le feste del Natale 2008. In cambio, sempre secondo l'accusa, Battisti si sarebbe posto «stabilmente a servizio degli interessi economico-imprenditoriali dei Cecconelli nell'esercizio delle sue funzioni». Come? Omettendo i controlli, come nel caso della Giglio Costruzioni, non redigendo le relazioni di legge, non rilevando che l'intervento, assimilabile a sostituzione edilizia, era in contrasto con il Piano regolatore e avrebbe dovuto comportare (magazzini lato ovest e lato est) un cambio di destinazione d'uso. Oppure per quanto riguarda la Palocco Immobiliare, avrebbe concordato con Franco come presentare i progetti in modo da evitare dinieghi, agendo d'accordo con i Cecconelli, «contattandoli e incontrandoli al di fuori delle sedi istituzionali, intervenendo personalmente per favorirli sulla componente del collegio ambientale Nicoletta Maioli relatrice della pratica, garantendo il buon esito delle pratiche» e concorrendo a formare la decisione positiva del 19 novembre 2008 dopo quella negativa del settembre precedente (parere di rinvio) per Campese. Battisti avrebbe messo Paolo Cecconelli in contatto con la Maioli, sempre per la Palocco, organizzando almeno un incontro a Monte Argentario tra la funzionaria, l'imprenditore e il progettista, alla vigilia della seduta del collegio ambientale del 19 novembre. La funzionaria pubblica avrebbe usufruito di soggiorni gratuiti all'albergo dell'Arenella per compiere atti contrari al proprio dovere di ufficio: avrebbe concordato con i privati le modifiche da apportare alla progettazione; dai Cecconelli e dal loro tecnico avrebbe ricevuto un plico con i progetti «cui apportava materialmente - secondo l'accusa - delle modifiche di cui parlava anche con gli interessati, garantendo quindi il buon esito della pratica».

Le indagini erano state compiute dai carabinieri della Compagnia di Orbetello, che avevano sequestrato documentazione varia e raccolto testimonianze. Agli atti anche intercettazioni telefoniche e ambientali. Battisti era stato interrogato. La Procura si era avvalsa della consulenza tecnica degli architetti Luca e Franco Ridolfi per argomentare la fondatezza delle proprie contestazioni.