Caro Mario, rispondo a mia volta alla tua lettera del 28 u.s., a onor del vero non solo un po’ tardiva, come tu stesso dici, ma anche abbastanza scomposta, al punto di provocare, oltre alle reazioni dei soliti consiglieri di minoranza, anche il risentimento, inaspettato, di privati cittadini.

Lettera, la tua, talmente tardiva e scomposta, da non contenere neppure la risposta a quello che era il principale quesito che ti avevo posto e cioè perché l’organo di governo dell’isola non avesse ritenuto opportuno, in sede di approvazione del bilancio di previsione, prevedere un impegno finanziario per il completamento del restauro dell’archivio storico. Pertanto ti prego di non interpretare questa mia come una antipatica contro-replica ma solo come una nota, scritta a beneficio dei lettori, per una doverosa informazione sull’argomento.

L’archivio storico comunale pre-unitario fu restaurato, sebbene a stralci ma quasi completamente, dalle precedenti amministrazioni. La Soprintendenza Archivistica della Toscana, organo competente in materia, non ritenne di doverlo riposizionare nel locale adiacente alla stanza del Sindaco perché fatiscente, spesso avvolto dalle nebbie e comunque troppo umido. Indicò in un locale della delegazione comunale del Porto (dove poi fu collocato) le condizioni di umidità relativa e la temperatura accettabili per una buona conservazione. In occasione dell’inizio dei lavori edili alla delegazione del Porto, l’archivio fu “momentaneamente” spostato nella caserma dei carabinieri, per non correre il rischio di dispersione del materiale. Senza voler fare polemiche, è noto a tutti che i lavori di restauro della delegazione del Porto sono fermi da anni (o procedono a singhiozzo). Proprio per questo e per l’encomiabile interesse dell’ingegner Scarfò i faldoni, ormai da troppo tempo in caserma, furono ritrasferiti in Comune in armadi acquistati ad hoc e riposizionati nella stanza dove erano all’inizio, un po’ risistemata. Tale procedura avrebbe dovuto seguire, a norma del vigente Codice dei Beni Culturali, le indicazioni della Soprintendenza ma, al di là dell’irritualità della procedura, non si può che essere grati all’ing. Scarfò per il suo prezioso impegno.

Il problema vero, come detto prima, riguarda la parte dell’archivio ancora da restaurare e depositata, ormai da vari anni, presso lo studio di restauro “Deltos” di Firenze. In tempi recenti, sponsor privati si erano detti disponibili a finanziare il completamento del restauro, ma tale proposta fu da voi declinata, inspiegabilmente, considerato il fiume di denaro speso in mille iniziative in seguito alla triste vicenda della “Costa Concordia”. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è proprio il non aver previsto alcun impegno nel bilancio di previsione del Comune: è vero che le priorità di spesa sono nel potere dell’organo di governo, ma è altrettanto vero che è nel diritto di ogni cittadino contestarle, quando non ritenute giuste. A tale proposito voglio ricordare che, con il passare degli anni, il preventivo di spesa per il restauro non solo aumenta, ma le spese di magazzinaggio e di assicurazione del materiale archivistico conservato a Firenze rappresenteranno, alla fine, un danno erariale per l’Ente con tutte le conseguenze del caso. Qualora poi la maggioranza di cui tu fai parte ritenesse tale argomento non importante ed espressione soltanto dell’interesse intellettuale di pochi, ti invito a riflettere sulla circostanza che negli ultimi tempi, nonostante la crisi, il turismo con attributi culturali non ha conosciuto flessioni, dimostrando quindi una considerevole valenza anche economica.

Chi ha responsabilità di governo dovrebbe riflettere su tali problematiche, nella consapevolezza che in politica, come è stato autorevolmente più volte affermato, l’unica cosa che conta sono i fatti: e i fatti dicono che all’isola del Giglio le presenze turistiche, dopo un trend in continua ascesa che raggiunse il top l’anno dell’assegnazione delle 5 vele di Legambiente, ha visto nelle stagioni 2011 (pre-Concordia) e 2012 (post-Concordia) una contrazione numerica -e una conseguente recessione economica- senza precedenti.

Cordiali saluti Armando Schiaffino