Quando nella Chiesa di Giglio Castello, il Coro dell’Isola e l’Ager Cosanus hanno intonato “Lacrimosa” dal Requiem di Mozart, l’atmosfera è diventata irreale con quel crescendo culminato nel “judicandus homo reus”.
La morte non ha più potere, quando si vive un’esistenza come quella di Padre Luciano, una vita dedicata ai suoi frati, alle persone bisognose, alle missioni della Tanzania in cui tanto credeva e dove, quel tragico 22 novembre, ha perso la vita insieme a due suoi confratelli ed a un volontario laico.
Parlare di Padre Luciano mi appassiona perché per qualsiasi discussione aveva argomenti che sosteneva con convinzione ed enfasi, era un piacere starlo ad ascoltare, forse per quel suo carattere schietto da autentico Gigliese, dotato di una giusta dose di sarcasmo e d’ironia, che ben si sposava con la sua dolcezza e la sua umiltà. Era difficile, in quelle poche volte che passeggiavo con lui – come si dice al Porto “da molo a molo” – riuscire a parlare, perché era un vulcano di argomentazioni, un fiume di curiosità e di interessi ed era un piacere immenso rimanere anche solo ad ascoltarlo. Attaccatissimo alle tradizioni mi chiedeva sempre delle attività del Coro, dei futuri appuntamenti in campo concertistico, e della Banda Musicale “E.Brizzi”, che amava in modo particolare.
Ed anche la Banda ha voluto offrire il suo tributo al caro concittadino, eseguendo, all’uscita del feretro dalla Chiesa, il brano “Fratello sole”, lode dolcissima tanto cara a San Francesco, e ripetendolo poi durante la tumulazione nel piccolo cimitero di Giglio Castello. Ho visto i musicanti piangere e suonare in un’atmosfera colma di spiritualità, una spiritualità che avevo ritrovato solo nel Monastero delle Celle, vicino Cortona, proprio dove Padre Luciano viveva e dove, spesse volte, ci aveva invitato a cantare.
Padre Luciano… ci mancherai molto, ma il tuo ricordo sarà sempre presente nelle nostre menti e nei nostri cuori.
Per sentirti vicino però dovremmo dare una prova tangibile del segno che hai lasciato in noi, continuare in qualche modo la tua opera iniziata nelle missioni, noi, come piccola comunità, dovremmo creare un qualcosa che sia di aiuto ai tuoi frati, ancora impegnati in Tanzania.
Ciao Luciano, prega per tutti noi e proteggici sempre.
"Proseguiamo l'opera di Padre Luciano"
Autore: Alvaro Andolfi
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