Descrivere quello che ho provato ieri sera durante la Santa Messa di suffragio delle vittime e dei dispersi del Costa Concordia è indescrivibile non solo per l'emozione, naturale credo, ma soprattutto perché in questa commovente circostanza ho ripercorso le tappe di quella triste notte del 13 gennaio. Ho anche pianto perchè mi tornavano alla mente tutti quei volti di quelle persone soprattutto bambini e anziani, anche in carrozzella, che abbiamo aiutato a scendere se non strappato dalle scialuppe, volti esterrefatti, spaventati, sbigottiti con il terrore negli occhi e inconsapevoli di quello che era successo.

Siamo andati alla ribalta del Mondo per il nostro comportamento io credo normale e naturale, abbiamo fatto veramente squadra dimostrando quella che veramente dovrebbe essere la solidarietà e l’amore verso il prossimo. Noi gigliesi siamo così apparentemente rustici ma con un cuore grande e disinteressato con un carattere salmastro ma determinato intrinseco nel nostro Dna perché fondato su un valore oggi poco conosciuto ma importantissimo: la solidarietà.

Abbiamo aperto le nostre case, la Chiesa, gli asili, le scuole abbiamo dato tutto quello che potevamo dare ... con amore, senza chiedere nulla in cambio se non l’abbraccio di quelle persone che in quel momento sperduti nel mare in noi hanno trovato un minimo di conforto e amicizia. Quello che mi pervade è indescrivibile perché soltanto chi si trova in certe situazioni comprende il significato della fratellanza, il dare senza nulla chiedere in cambio di un sorriso o di una stretta di mano. 

La Messa di suffragio è stata toccante con il cori uniti dell’Ager Cosanus di Orbetello e di Isola del Giglio che hanno perfettamente interpretato lo spirito dei presenti con alcuni pezzi del Requiem di Mozart davvero commoventi.

Dicevamo solidarietà e amore del prossimo – lo ha detto bene Don Lorenzo – umile sacerdote della Parrocchia di Giglio Porto “voglio che voi parenti portiate a casa questo messaggio nel cuore: quella sera tutti noi abbiamo fatto il massimo per quello che abbiamo potuto e soprattutto che quegli aiuti ai vostri cari sono stati dati da gente senza colore né bandiere ma solo da chi crede al valore della solidarietà. Noi gigliesi siamo stati uniti e soprattutto veri".

Io credo che non ci sono altre parole per esprime e dimostrare il profondo senso di umanità intrinseco in noi, nelle nostre famiglie, nei nostri avi, gente che girava il mondo imbarcata sulle navi di tutte le compagnie possibili e immaginabili, marinai che si sono fatti onore sempre per la loro bravura e professionalità come dice la nota canzone ... gente di mare ... povera ma con un cuore ricco di amore verso i propri ideali, le proprie origini, consapevoli che vivere su un’isola comporta dei grandi sacrifici ma nel momento del bisogno dimostrare che ci si può rimboccare le maniche e portare quell’aiuto incondizionato verso persone che in quella situazione erano naufraghi ma che dovevano essere accolti come fratelli.

Anche noi adesso come gigliesi vogliamo essere aiutati da tutti voi, dalle Autorità, dalle forze in campo, che crediamo siano le migliori al mondo: il gigante è spiaggiato ma deve essere tolto intero, il prima possibile, per ridarci soprattutto la nostra serenità e la nostra “isolanità”. Come ha detto splendidamente Giuseppe Monti: “Tutto quello che rivogliamo indietro, in fondo, è solo il nostro Giglio”.