Sono trascorse solo due settimane dall’affermazione perentoria del Ministro Tremonti che è inutile abolire le Province perché si risparmierebbero solo 100 o 200 milioni di euro ed ecco l’opposta proposta targata UDC di Casini, FLI di Fini e API di Rutelli: aboliamo 70 province su 110 e si risparmieranno almeno un miliardo di euro. Delle due l’una, o Tremonti non sa più far di conto, oppure Casini, Fini e Rutelli stanno facendo “prove tecniche” pre-elettorali di terzo polo con una proposta demagogica e irrealizzabile: l’ideale per attrarre consenso a costo zero.

Ha ragione Tremonti e spiego perché.

Per stare all’Elba prendiamo l’esempio dell’Unione di Comuni in corso di liquidazione, i cui 40 dipendenti verranno ricollocati in altri Enti pubblici senza alcun risparmio per la spesa pubblica perché così impone la legge. Mutatis mutandis lo stesso avverrebbe con il taglio delle Province, se fosse possibile. Ma non lo è.

Ho più volte avuto modo di spiegare che le Province stanno ai Comuni come i condomini stanno ai singoli i appartamenti, dei quali regolano le parti comuni – scale, tetto, viali, caldaie, fogne, etc. - nell’interesse di tutti. All’Elba la Provincia di Livorno-condominio interviene – o dovrebbe intervenire, ma questa è altra questione - per le strade che collegano i singoli Comuni-condomini, le scuole dove si recano gli studenti da ogni Comune, i porti e aeroporto dove sbarcano i residenti di ogni Comune e così via per Ospedale, Tribunale, traghetti, rifiuti, fossi, condotte fognarie, elettrodotti, parco, etc.

Le Province sono insostituibili perchè investono nelle infrastrutture per lo sviluppo del territorio. Venissero abolite sarebbe l’anarchia amministrativa, che costringerebbe qualunque Governo a trasferirne le competenze in capo ad altri Enti creati ad hoc con uguali costi per la collettività. Bossi, Tremonti e Berlusconi questo lo sanno bene e dunque stanno operando – o meglio, stavano operando, prima che i protagonisti del terzo polo destabilizzassero maggioranze parlamentari ed azione di Governo – per meglio definirne competenze, risorse e numero. Per evitare inefficienze da sovrapposizioni con Regioni e Comuni; ridurle nei casi previsti dalla L.267/2000 delle città metropolitane di Roma, Milano, Genova, Torino, etc., che ormai si sovrappongono alla stessa Provincia; aumentarle in qualche caso, dove richiesto dalla popolazione ed imposto da esigenze di razionalizzazione e sviluppo economico-sociale, purchè con vantaggio del bilancio dello Stato. E’ il caso della Provincia dell’Elba Arcipelago.

In quest’epoca di dissoluzione della politica, dove le iniziative a volte paiono prese dai leaders più a danno dell’avversario che a vantaggio del Paese, non stupisce l’ennesima proposta UDC-FLI-API di contrasto al Governo Berlusconi. Semmai all’Elba dispiace vi aderisca un politico della caratura del Sindaco On. Bosi, che da dirigente nazionale UDC non può peraltro esimersi.

Elba Arcipelago
Stefano Martinenghi