Lo scorso 26 marzo si è svolta la 6° tappa, segnando così la ripartenza del progetto Underwater Pro Tour all’Isola del Giglio.
Ricordiamo che il progetto prevede la mappatura dei fondali del Giglio per rilevare la presenza di eventuali rifiuti inquinanti di ogni tipologia e dimensione, per poi procedere, in un secondo tempo e con la collaborazione di associazioni dedicate, al recupero e allo smaltimento.
L’obiettivo è di rendere il mare gigliese più pulito e sottrarre tutti quei manufatti, che rilasciando microplastiche e nanoplastiche, nel tempo sono fonti altamente inquinanti, anche a livello di catena alimentare.
La giornata del 26 marzo è iniziata con una condizione meteomarina eccellente per lo svolgimento delle operazioni: un sole alto e caldo e un mare piatto hanno fatto da cornice alle attività dei subacquei e dello staff esterno impegnati che, ricordiamo, sono tutti volontari. La partenza è stata fissata laddove, in autunno, è terminata l’ultima tappa, cioè da Punta di Mezzo Franco, dalla parte dell’isola che si affaccia sull’Isola di Montecristo e il mare aperto.
La barca dell’International Diving, che come sempre si è prestato per lo svolgimento delle operazioni, era, stavolta, timonata da Gianmaria Vettore, coadiuvato nelle operazioni di assistenza da Claudia Di Giuseppe e Roberto Luisi, dello staff del diving, Massimiliano Falleri e Alfonso Perri di Marevivo, Edward Cuttler e Flavio Monti come sostenitori interessati al progetto, che hanno voluto toccare con mano le modalità di effettuazione della manifestazione. Il team di subacquei, dotati di sistema elettronico di propulsione, era costituito da Gianluca Cireddu, Fabio Forti e Graziano Lanini. Sono stati percorsi circa 2200mt di fondale per lo più ricoperto da splendide e vitali praterie di rigogliosa posidonia, ad una profondità media di circa 16,5 mt e a 35 mt di massima, per una durata di oltre 2 ore di immersione.
Al termine della tappa, è stato rilevato un solo punto di interesse ai fini del progetto UPT: una matassa di filaccioni presenti sul fondo a circa 30mt. Si tratta di un buonissimo risultato, perché significa che, evidentemente, si tratta di un tratto di fondale apparentemente scevro di inquinanti e di materiali abbandonati o persi.
La giornata è stata caratterizzata dalla fattiva collaborazione con il team dell’Associazione ambientalista Marevivo, che ha preso a cuore l’iniziativa di UPT e che tramite la Divisione Sub ha deciso di collaborare attivamente, anche in futuro, alla realizzazione delle tappe del tour: si tratterà soprattutto di fornire supporto umano, trattandosi di subacquei che si occupano ormai da tempo proprio del recupero dei vari materiali, e con i quali già nel mese di agosto 2021 l’associazione UPT ha collaborato per il recupero di una grossa rete abbandonata sui fondali gigliesi.
La prossima tappa si svolgerà, meteo permettendo, il giorno di Pasquetta, 18 aprile, da Punta Eresia allo Scoglio di Pietrabona, su fondale di posidonia, intervallato da grossi massi sui quali, spesso, sono stati segnalati dai subacquei in immersione numerosi residui di reti e lenze da pesca abbandonati o perduti.
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