Foto Eufemia Schiaffino
Ho letto con molto piacere il post del caro amico Alvaro Andolfi, che ringrazio per avermi ricordato un pezzo fondamentale della storia gigliese. Ma oggi, 18 novembre (ieri per chi legge) è anche il giorno della benedizione della lapide in ricordo di altri eroi, di anonime persone che, come i loro predecessori di cento e più anni prima, hanno offerto, giorno dopo giorno, una nuova prospettiva alla nostra Isola: i minatori ed i cavatori.
Anche loro, nascosti ai più nelle profondità della terra, fra il calore insopportabile, l'umidità che entra nelle ossa e vi resta, il frastuono e la polvere che inesorabilmente penetra nei polmoni, i topi, spiacevoli ed onnipresenti compagni del quotidiano, sempre armati dallo stesso sentimento di fratellanza e di solidarietà che aveva armato i loro antenati per combattere gli invasori, hanno vinto la roccia, hanno debellato il durissimo quarzo estraendo da esso il suo prezioso segreto, la pirite.
Da ragazzo ho conosciuto tanti ex-minatori, ognuno dei quali regolarmente subissato di domande; ora, con la barba che si imbianca, non posso che emozionarmi di fronte al ricordo delle poche cose belle di cui mi parlavano: l'apertura delle geodi, la fratellanza di un pasto frugale in galleria... solo ora mi accorgo che ogni volta lasciavano chiusi nello scrigno dei propri ricordi tutte quelle vicende brutte o tristi, quasi non volessero spaventare il giovane adolescente che gli parlava, quel ragazzo che si affaccia per la prima volta alla scienza ed alla vita.
Ma i resoconti implacabili dei periti minerari, letti nel linguaggio asciutto ed asettico delle Relazioni sul servizio minerario, mi rivelavano un'altra realta, meno idilliaca di quella che mi veniva raccontata: e allora cercavo negli sguardi, nei colpi di tosse, nelle mani di quegli eroi del quotidiano le tante risposte ai miei interrogativi. E talvolta un ciuffo di capelli bianchi giunto troppo prima del tempo mi narrava molto più di tante aride relazioni.
E da questo è nato il Museo, per ricordare tutti quegli eroi del quotidiano, quelle persone di cui si può solo esserne orgogliosi in quanto con il loro sforzo, con la fatica di ogni giorno hanno permesso all'Italia di diventare il primo produttore mondiale della pirite, hanno insegnato agli ingegneri minerari come andare a scavare sotto il mare, hanno estratto colonne che tuttora ornano i più bei monumenti italiani, hanno impedito che le volte delle gallerie implodessero sotto il peso di milioni di metri cubi di roccia fradicia.
E le sezioni Miniera Franco e Cave di granito del nuovo Museo saranno dunque il loro monumento: il più bel regalo per me sarebbe di poter incontrare un ragazzino che, indicando una foto ormai ingiallita dal tempo dicesse, indicando un uomo a torso nudo che lavora: "quello è il mio bisnonno..."
Per cui chiedo a tutti i gigliesi che hanno avuto parenti in miniera o in cava di regalare al Museo fotografie dei vostri parenti, o di collaborare con me ad identificare tutte le persone che sono state fotografate mentre lavora...
Un abbraccio a tutti, e che San Mamiliano vi benedica!
San Mamiliano dei Turchi ... e di altri eroi
Autore: Alessandro Fei, Direttore Museo Mineralogia
1 Commenti
Alessandro, sei un uomo straordinario e per noi gigliesi un diamante raro e prezioso che come tale va ammirato. Grazie per tutto ciò che fai, incondizionatamente. Il tuo immenso impegno ed il tuo inesauribile amore per le nostre isole di Giglio e Giannutri è commuovente. Il museo alla Rocca che insieme stiamo vedendo nascere sarà bellissimo.
Un bacione,
Samantha Brizzi
Presidente Pro Loco Isola del Giglio "G. Bancalà"