Caro Sindaco,
leggo con piacere che l’Acquedotto del Fiora, in accordo con l’Amministrazione, prevede ulteriori investimenti per il miglioramento della produzione e la distribuzione dell’acqua potabile nei centri urbani dell’Isola.
Effettivamente negli ultimi anni la situazione è decisamente migliorata e ormai, facendo gli scongiuri, i periodi di “secca” sono un ricordo. Rimane il problema della vetustà della rete, alla quale si sta ovviando da qualche tempo con il posizionamento di condotte finalmente moderne.
E vengo al punto. Devo notare che proprio durante i lavori di ammodernamento della rete, le opere vengono eseguite prestando scarsa attenzione alla pavimentazione esistente.
Mi riferisco in particolare a quello che accade al Castello, dove i vicoli sono per lo più pavimentati con lastre di granito che costituiscono (dovrei dire costituivano) una delle caratteristiche del paese. Non è difficile, infatti, vedere che, dopo i lavori, le lastre non sono più disposte e congiunte come prima e che gli spazi che rimangono tra l’una e l’altra vengono riempite con cemento. Ormai la pavimentazione è uno degli elementi che fanno parte dell’arredo urbano di tutti i centri urbani ed è facile constatarlo quando si visitano non solo centri di interesse storico simili al Castello.
Già che ci sono, una domanda. Visto che l’Acquedotto del Fiora si occuperà della rete fognaria, non potrebbe essere quella l’occasione per eliminare almeno una parte della miriade dei cosiddetti “chiusini” (nel vicolo dove abito, lungo venti metri, se ne contano dodici) che rendono anch’essi la pavimentazione non proprio piacevole?
So che sto parlando di questioni di rilevanza non infrastrutturale; ma visto che nel nostro Paese teniamo tanto all’Italian style, perché nel nostro piccolo non cominciamo dal Giglio style?

Grazie per l’attenzione.

Con stima ed amicizia.
Sergio Forelli