Settembre, breve e gentile smorza i toni violenti dell’estate e mentre ci prepara all’autunno ci offre ancora giornate splendide. Mare calmo, talvolta un po’ mosso, ma sono i colori che non puoi definire: morbidi al mattino, intensi a mezzogiorno e quando la sera il cielo incendia il tramonto il mare diventa rosso e rosa perchè ne riflette le pennellate audaci.
Una pioggia breve ha sciacquato piante ed erbe, dando subito un aspetto più fresco e curato alla natura arsa.
In questa cornice così rasserenante si sono svolti i festeggiamenti patronali. Nel passato erano la conclusione delle vacanze. Ora c’è un altro evento che trattiene sull’isola i villeggianti ma anche i gigliesi che si trasferiscono in provincia per gli studi dei figli. E chi è dovuto partire ritorna per la “Festa delle Cantine”. Di recente istituzione, ha catturato talmente l’interesse che nessuno vuole rinunciarvi. In fondo la cantina, nella cultura gigliese, è stata sempre posto importante. Luogo di compendio di un anno di lavoro pesante e ingrato, non sempre ripagato dall’abbondanza del raccolto. Ma anche occasione di qualche breve pausa per scambiare due parole con gli amici e offrire loro un buon bicchiere di ansonaco ambrato.
Profonda e oscura, con le botti bene allineate sui “catastali”, le damigiane, il chiozzolo, il tino rovesciato a far da tavola e quell’odore inconfondibile di mosto dolciastro.
Ora si vestono a festa: rami di leccio e fronde odorose segnalano l’ingresso e piccole lampade indicano il percorso come lucciole nel bosco e come c’è fuori un piccolo spazio, c’è un tavolo pronto con tovaglie colorate dove, a richiesta, le donne, che hanno cucinato con passione le buone cose gigliesi, offrono ai clienti. Ma la cosa più bella è il clima di cordialità che si stabilisce. Tutti si salutano e si siedono allo stesso tavolo pieni di stupore nel trovarsi in un luogo così insolito e caratteristico. E finalmente anche il contadino che ha lavorato esce a raccogliere i complimenti che sono un premio alla sua fatica, alla passione che ci ha messo e che il confronto evidenzia. Così si sente dire: “certo c’è ansonaco e ansonaco, ma questo è più buono di quello che si beve altrove”.
E c’è l’allegria e stupore, perché questo ansonaco dal colore indefinibile, i gigliesi lo chiamano “occhio di gallo”, arriva presto e carica di buon umore chi non è abituato alla sua forza, che nel passato raggiungeva ben 18 gradi. L’entusiasmo è alle stelle, i partecipanti si salutano come vecchi amici e si ripromettono d’incontrarsi l’anno prossimo. Questo sarà un ulteriore motivo per portarsi il Giglio nel cuore ed il desiderio di ritornarvi.
Caterina Baffigi Ulivi
Settembre, Cantine in Festa
Autore: Caterina Baffigi Ulivi
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La mattina presto quando leggo la posta e le notizie al computer, ho un senso di piacere e di euforia quando trovo gli articoli della Nostra Caterina._ Dico Nostra perché da un paio d’anni posso annoverarla fra i miei più cari amici e non solo Gigliesi, così come “Beppe” suo marito._ Mi chiedo spesso come possa essere accaduto di non averla mai conosciuta, da mezzo Gigliese quale sono, avendo trascorso almeno una parte di tutte le estati della mia vita (tante) in quel meraviglioso scoglio impregnato di ricordi e di legami con i mie ascendenti Gigliesi e ancora oggi di amici e conoscenti coetanei.__ La naturalezza che scaturisce semplice dalle sue parole, è delizia, incanto, le sue frasi come un pennello che dipinge un’immagine immediata, senza fronzoli, preamboli o prefazioni._ Debbo dire anche convincente nel messaggio …… tanto che, pur essendo molto impegnato sul lavoro in questo periodo e non avendo mai vissuto la celebrazione di questa iniziativa delle cantine aperte, farò del tutto per esserci (almeno una giornata) e cogliere l’occasione per portare un abbraccio a Caterina&Beppe._ (saluti da Civitavecchia).