Stanotte ho fatto un sogno. Strano … io di solito non ricordo i sogni.

Partivo da un’isola, in piena notte, su una barca con sopra un’altra barca (ma pensa come vola la fantasia nei sogni!!!). Eravamo una decina e al momento della partenza tanta gente ci salutava.
Un lungo viaggio. Arriviamo nei pressi di un’altra isola. Qui, sempre con il favore delle tenebre, un uomo, della dinastia dei sordi, praticamente da solo, scarica a mare la barca piccola che stava sopra la barca grande.
Cinque uomini salgono a bordo della piccola imbarcazione. Il primo con un cappellino e dei bermuda a fiori sembra il mago Merlino di ritorno da Honolulu. Il secondo dicono che sia un Campione del Mondo (figuriamoci un Campione del Mondo su un guscio di noce! Ma dove va la testa nei sogni!). Il terzo è un giovinetto con una faccia d’angelo che però non promette niente di buono. Il quarto è un barbuto con una grinta da vecchio lupo di mare. Il quinto dicono che sia il Comandante dei Vigili: cosa ci faccia un Comandante dei Vigili là in mezzo al mare nessuno lo sa (come naviga il cervello nei sogni!!!).
I cinque partono: uno al timone e quattro ai remi. Un’altra mezza dozzina di persone rimane sulla barca più grande e li segue. I quattro vogano … vogano. Dopo un’ora si fermano e bevono. Riprendono e vogano … Dopo due ore si rifermano e mangiano. Riprendono … vogano…. Dopo tre ore si rifermano, ribevono. Dalla nostra barca uno strano Alchimista allunga loro qualcosa (sarà una pozione magica?). Intanto un Comandante di Lungo Corso fa il punto nave per vedere se la rotta è giusta. E vogano … vogano.
Albeggia, il cielo è stupendo, una tavolozza dalle mille e tenui sfumature.
Chiedo al Capitano della nostra barca (sarà della dinastia dei sordi pure lui?) di avvicinarsi ai cinque intrepidi perché voglio vederli da vicino. Il primo ha la faccia un po’ spocchiosa, comanda gli altri, ma sicuramente sa il fatto suo. Il secondo spinge sempre il reme in mare come se fosse nell’ultima corsia del Palio. Il terzo, faccia d’angelo, voga che sembra un diavolo. Il quarto, ad ogni palata, sembra dire al reme: “Ora ti sistemo io”. Il quinto è uno spilungone che ciondola regolare come un orologio.
Vogano … vogano … vogano.
Io per passare un po’ il tempo mi metto le cuffiette del lettore mp3 e ascolto  (…ma cos’è … “La messa da Requiem di Mozart”??? E che c’entra? Vacci a capire qualcosa nei sogni!!!)
Comincio invece a capire quale è lo scopo del viaggio: attraversare un braccio di mare che separa due isole. L’isola dell’arrivo comincia a vedersi. I cinque sono sempre più stanchi. Le soste sono sempre più frequenti, ma la meta è sempre più vicina. Ci raggiungono altre imbarcazioni, che vogliono far festa con noi. Il timoniere della nostra barca si arrabbia: “Allontanatevi……il permesso di stare vicino ai rematori ce l’abbiamo solo noi!”.
Ma ecco ad un tratto vedo la Torre del Saraceno …  il Moletto …, ma allora siamo al Giglio.
Le barche intorno cominciano a tufare, i Carabinieri, la Vedetta della Guardia Costiera, quella di Pipetta. E dietro di noi ci fa da scorta, niente popò di meno che … il traghetto “Isola del Giglio”. Che spettacolo!!!
Giacomello ha gli occhi lucidi e va a mettersi gli occhiali da sole.
Un bandierone biancorosso sventola sul pennone centrale e sulla banchina mamme, mogli, figlie, amici e tanta gente fanno festa.

Che emozione!!!
Grazie amici per avermi dato la gioia di vivere con voi questo “sogno”. 

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