Il mese scorso uno studio scientifico sulla genetica dei mufloni dell’Isola del Giglio, pubblicato sulla rivista scientifica Diversity e presentato sul nostro giornale da Cesare Scarfò per SaveGiglio.org, aveva dimostrato che la popolazione di mufloni dell'Isola del Giglio ospita diversità genetica non più presente nel ceppo sardo.
Per chiarire se questa scoperta possa incidere o meno sul progetto di eradicazione dei mufloni dalla nostra isola, abbiamo chiesto il parere di Ispra, ente pubblico di ricerca del Ministero della Transizione Ecologica.
Abbiamo rivolto 3 domande a Piero Genovesi, responsabile per la fauna dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ISPRA, tra i massimi esperti mondiali di specie invasive e di biodiversità, che collabora con la Convenzione Biodiversità delle Nazioni Unite e con la Commissione Europea, e dal 2009 presiede il gruppo mondiale di specialisti sulle specie invasive dell’IUCN, l'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura.
- Dr. Genovesi, circa un mese fa alla nostra redazione è stata mandata una nota con la quale ci veniva segnalato che uno studio sulla genetica del muflone dell'Isola del Giglio aveva evidenziato un importante patrimonio genetico da salvaguardare. Il Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha chiesto ad ISPRA, se alla luce dello studio dovesse cambiare qualcosa nel progetto di eradicazione del muflone. La vostra risposta è stata che lo studio non cambia nulla ci potrebbe spiegare perchè?
Abbiamo analizzato dettagliatamente i risultati dello studio recentemente pubblicato, che conferma l'origine molto recente del nucleo di mufloni dell'Isola del Giglio, introdotti in quest'isola sole a metà degli anni '50. Anche questi dati confermano quindi che si tratta di una popolazione di origine allctona, peraltro molto recente, creata nel periodo nel quale mufloni sono stati introdotti in diversi ambiti del paese, spesso a fini venatori. Va sottolineato che le norme nazionali e europee in materia, come anche le linee guida delle principali convenzioni per la tutela della biodiversità, prevedono che la gestione di nuclei come quello del Giglio sia finalizzata all'eradicazione o al controllo, in particolare quando si tratta di popolazioni presenti su isole, in modo da tutelare la biodiversità di questi ecosistemi importanti e fragili.
- Quindi il muflone, qualunque sia il suo patrimonio genetico non ci deve stare all’Isola del Giglio?
Il muflone è una componente estranea all'ecosistema del Giglio e rappresenta una grave minaccia per le specie presenti in quest'isola. Rimuovere questo nucleo è quindi importante per tutelare gli habitat autoctoni. Per quanto riguarda il patrimonio genetico del nucleo di mufloni, vista l'origine recentissima anche confermata dagli autori dell'articolo, è evidente che le caratteristiche rilevate non hanno un significato adattativo, ma molto probabilmente sono il risultato di un effetto collo di bottiglia, o di selezione dei fondatori inizialmente introdotti nell'isola. Quindi a nostro parere i dati genetici pubblicati non modificano le indicazioni gestionali che andrebbero seguite.
- Ma se questi mufloni sono cosi particolari non sarebbe utile portarli in Sardegna per salvaguardare la popolazione sarda che a differenza di quella del resto d'Italia è protetta?
Spostare questi animali in Sardegna non ha alcun senso in termini di conservazione, e anzi potrebbe comportare effetti negativi sulla popolazione sarda, che sta sostanzialmente bene, conta oltre 6000 individui ed è in crescita.
Eccone un altro. Piano piano arriverà qualcuno a dirci che i mufloni potrebbero costituire una minaccia addirittura per tutta la popolazione gigliese!!! Ma in settant'anni in cui la natura si è perfettamente autoregolamentata, dove eravate??? ISPRA, ente pubblico diretta emanazione del ministero. Così come l'ente parco (sempre minuscolo finché sarà in mano a questi soggetti). Figuriamoci se uno si mette a sconfessare l'operato dell'altro.