Oggi pomeriggio alle 16 al ministero dell'Attività produttive, il ministro Altero Matteoli incontrerà gli amministratori di Tirrenia (la compagnia di navigazione controllata dallo stato). Tema principale dell'incontro: recuperare 45 milioni di euro entro la fine di giugno per impedire che la compagnia di navigazione sia costretta a cancellare alcune rotte verso la Sardegna e la Sicilia. Come a dire che questa estate, mancheranno, se la situazione non cambierà, almeno 100mila posti passeggeri sulle rotte più importanti per il turismo.
Legato a questo problema è quello della privatizzazione della società. La Commissione europea ha imposto al governo italiano di cedere la maggioranza della Tirrenia entro la fine dell'anno. Un expertise di una grande banca internazionale ha valutato tutta la Tirrenia 560 milioni di euro. Ma la società ha anche debiti consolidati per 900 milioni di euro. Tutto questo mentre su Tirrenia governa da solo, dal 1984 (record di longevità tra i manager pubblici) il Cavaliere del lavoro Franco Pecorini. Nel bene e nel male la Tirrenia è Pecorini. E' lui che ha rinnovato la flotta e sviluppato il traffico merci. Ma è anche lui che ha investito 500 milioni di euro in 4 traghetti superveloci che dopo qualche viaggio si stanno arrugginendo da qualche anno in vari porti italiani.
Tutto questo mentre si susseguono in tutte le città dove la Tirrenia è presente (Genova, Napoli, Palermo, Cagliari) manifestazioni sindacali contro la chiusura delle rotte e contro la privatizzazione. "Vogliamo capire bene quale soluzione si possa trovare", dice Giovanni Santoro, della Cgil-Marittimi "anche perchè se non viene risolta questa situazione riteniamo difficile anche iniziare il processo di privatizzazione. Non siamo nè favorevoli nè contrari, si tratta semplicemente di definire come verrà effettuata. E' un problema di chiarezza". Infatti non si tratta solo di mero traffico passeggeri o merci ma dei destini di 3000 dipendenti del gruppo di cui circa l'80% al sud.
Intanto anche le agenzie di viaggio cominciano a preoccuparsi: le prenotazioni per la Sardegna e la Sicilia sono state effettuate in gran parte ma ora c'è l'incubo che manchino le navi con grande soddisfazione degli armatori privati.
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