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Tra il serio e il faceto: poesia di Calchetti
Scherzare sulla propria morte aiuta a sentirsi vivi, diceva il Poeta. Aiuta a non prendersi sul serio e a desiderare il meglio per se anche nell'estremo atto della sepoltura. E cosa c'è di meglio che desiderare di riposare al Pianello, su quell'altura da cui si può godere di una meravigliosa vista su Giglio Campese?
Oggi Giampiero Calchetti, innamorato della nostra isola, ci propone in rima questo suo desiderio, tra il serio ed il faceto!
TRA IL SERIO E IL FACETO (OV’ESSERE SEPOLTO)
UN GIORNO, PRESTO, COM’E’ NATURALE, IN CASA MIA, O, PER SORTE RIA, NELL’OSPEDALE, SE REDUCE DAL MALE, MESTO, MESTO ME NE ANDRO’, IN QUANTO MORIRO’.
POI, FATTO, LESTO, UN FUNERALE, ANCH’IO SARO’, CERTO, INUMATO, A MENO CHE, DIMENTICATO, E, DA TEMPO, TRAPASSATO, QUALCUN MI RINVERRA’ MUMMIFICATO, OVVER, SCARNIFICATO. ED IN QUELLO STATO, MI SI SOTTERRERA’.
COMUNQUE, QUANDO SARA’ CHE QUESTO AVVENGA, ANCHE SE ANCOR VARRA’ LA LEGGE DEL MENGA, VORREI, PURCHE’ POSSA, VISTE LE NORME IN ATTO, OR CHE NON SONO ANCORA CATAFRATTO, CHIEDERE, IN DONO, DI SCEGLIERMI LA FOSSA.
QUESTO, PERCHE’ S’E’ VERO CHE NESSUN MORTO, DOPO CRISTO RE, E’ MAI RISORTO, IO SON CONVINTO SEPPURE, ESTINTO. IRRIMEDIABILMENTE, CHE, ALMENO A ME, LA DIVINA MENTE, NELLA DISGRAZIA, MI FARA’ LA GRAZIA, DI TANTO IN TANTO, POTERMI AFFACCIAR DAL CAMPOSANTO, PER, QUAND’E’ GIORNO, POTER GUARDARE, SOTTO ED ATTORNO
CIO’ DETTO, ORMAI, DA SEMISANTO E BENEDETTO, COI “TRAPASSATI” ACCANTO DEL’ISOLA DEL GIGLIO, CH’E UN VERO “VISIBIGLIO”, VORREI STARE, CON QUELLI, DEL CASTELLO, CHE, SOPRA IL MARE E’ TANTO, TANTO BELLO, PERCHE’, SEPPUR MORTO, IN QUANTO UN PO’ RISORTO, POTREI, BEN DALL’ALTO CONTEMPLARE E VENERARE QUAL PREZIOSO SMALTO, LA VALLE DI CAMPESE, CON ORTI E VERDI CLIVI, CON ARGENTATI ULIVI, SPARSI PER L’ ”ALPESTRE”, E LE VIGNE BEN DISTESE, TRA CESPI DI “GINESTRE”, SU GRANITICI COSTONI, E FIANCO DI “COLTIVI” CHE, UN DI’, DIMENTICATI, OPPURE, TRASCURATI OR SON TORNATI “BUONI”.
SICCOME IL FARGLIONE, CHE, SEPPUR, BARZOTTO ED UN PO’ CIONDOLONE, RESTA UN TAL “FAGOTTO” CHE LE TROMBE D’ARIA, RAPIDE, VELOCI O LENTE, IN FOGGIA FITTA E VARIA, VANNO , RATTAMENTE SPESSO, A “SALUTARE”, PER, QUINCI E QUINDI, OVVER LAONDE, TRA VORTICI E CACHINNI TRA L’ONDE, STROMBAZZARE.
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