Carissimo Armando,
in risposta al tuo articolo del 1 Febbraio, mi preme fare qualche puntualizzazione:
premesso che sono d’accordo con te circa una protezione dell’ambiente, giusta e sostenenbile, questo mio parere lo hai sempre conosciuto, non sono invece della medesima opinione quando, dopo aver ben illustrato la gita in Val D’Orcia, scrivi che la manutenzione ordinata e ragionevole di quei luoghi sia dovuta prevalentemente al fatto che facciano parte di aree protette e pertanto possano beneficiare di finanziamenti UE e UNESCO.
Credo, anzi ne sono certo, che al Giglio è in vigore un regolamneto edilizio che vieta, nei centri storici, l’installazione di infissi esterni in PVC o alluminio anodizzato, norma che viene sistematicamente non rispettata e non controllata.
Così come la messa in opera degli antiestetici chiusini in cemento che, specialmente al Castello, hanno quasi preso il posto del lastricato in granito.
E qui mi fermo.
Non possiamo né ci vogliamo paragonare a quei luoghi ma credo sia sconfortante, come succede da sempre al Giglio, non essere riusciti a programmare la semplice estirpazione delle cepite, vetriole, rovi e quant’altro che durante l’estate infestano i centri abitati.
Umberto Stefanini

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