Una notte d'estasi e d’emozioni sulle note dell’omaggio ai gigliesi
Ughi, Petracchi e Stefanato incantano nella Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano. E l'isola ringrazia commossa
«Mi dispiacerebbe molto che di fronte alla follia umana, specchio purtroppo di una certa Italia, a pagare fossero l’Isola del Giglio e la sua gente che invece hanno dimostrato di appartenere a quell’altra Italia, mobilitandosi immediatamente con capacità e con il cuore». Ci sono serate, accarezzate dalle stelle, che si fanno fatica a raccontare. Per riuscire a trasmetterne le emozioni è necessario viverle.
Omaggio in musica L’omaggio ai Gigliesi che Uto Ughi, Franco Petracchi e Angelo Stefanato, hanno donato alla comunità isolana è quanto di più profondo e umano potesse accadere. La solidarietà dei gigliesi che si trasforma in musica e pervade ogni angolo di Giglio Porto per prendere il largo fino a toccare la Concordia che riposa dopo un’altra giornata. La voce del maestro Ughi è rotta dall’emozione quando sale sul palco della Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano. E’ la prima volta che torna al Giglio dopo la notte del 13 gennaio. Davanti a lui i suoi amici, quella comunità che lo abbraccia trasmettendo tutto il calore di un popolo ferito ma fiero. In prima fila ci sono il sindaco Ortelli e il presidente di Costa Crociere Foschi.
I gigliesi ammaliati La Chiesa colma di gigliesi trasuda emozione, fuori i maxischermi accolgono tanta gente venuta sull’isola per l’occasione. Sul palco ci sono anche i violini di Maryse Regard, Alexandra Stefanato, la viola di Raffaele Mallozzi, il violoncello di Daniela Petracchi e l’oboe di Augusto Loppi. E poi c’è l’orchestra da camera I filarmonici di Roma. Il tocco è da brivido. Le note ti accarezzano, altre ti danno un cazzotto nella pancia. Ti rimandano con la mente alle notti fredde di gennaio quando sull’isola affollata l’emergenza era da fronteggiare. Senza un attimo di respiro. Ma questa, invece, è la notte dei respiri e dei sospiri. La notte in cui si possono chiudere gli occhi per farsi trasportare nella propria interiorità. E scorrono le note di Schubert, Rossini, Mozart, Vivaldi, Boccherini. Non c’è tempo per distrarsi. E’ un applauso dietro l’altro quando Petracchisuona e Stefanato riprende in mano il violino in pubblico dopo anni di ritiro dalle scene pubbliche. Il finale è da brividi. Sulle note di Bach i gigliesi da omaggiati tradiscono ancora una volta la loro infinita genrosità. Si alzano tutti in piedi per tributare il loro ringraziamento a Uto, Franco, Angelo a Daniela e Alexandra loro concittadini. E forse non c’era altro modo per esprimere affetto e gratitudine per quest’isola meravigliosa e i suoi abitanti che farlo con la musica.
Non bisogna essere citati nel libro di Pellegrini per avere dei desideri.
Galli, nel libro di Cristiano Pellegrini, nelle testimonianze di quella notte, tu non ci sei. Come mai?
Come mi sarebbe piaciuto che in prima fila ci fossero gli Equipaggi delle Navi che hanno lavorato ininterrottamente per 48 ore per salvare delle vite e per riportarle alle loro case.