Appena quell’imbarcazione ha attraccato al pontile, i pochi, ma attenti, spettatori, tra i più esperti del porto, avranno pensato ad una moria di pesci. Su quella barca c’era una quantità di pesce che, per il tipo di pesca adottato, era veramente esagerata.

Chissà, qualcuno avrà pure pensato ad effetti funesti della Concordia sulla fauna ittica! Il dubbio e la preoccupazione sono stati però subito fugati. I pescatori di qualche altra barca, rientrando dopo aver trainato per qualche ora, ci confermavano che i pochi pesci che avevano a bordo erano stati effettivamente pescati e che, anzi, avevano avuto l’impressione che fossero più forti e combattivi del solito.

Il dubbio veniva chiarito dal diretto interessato: tutto quel quantitativo di pesce era stato effettivamente pescato. A quel punto, constatato chi fosse il pescatore, quanto avvenuto non poteva che essere un miracolo! Sarà pure il primo trombone della Banda, il primo basso del Coro, il secondo ballerino della scuola di ballo (avendo però davanti un fuoriclasse del calibro di Peppetto), un contadino per cultura innata come ogni buon castellano, ma scoprire in Pietro (Bagnarea) le doti di un pescatore provetto è stata una vera sorpresa!

Aver sposato una portolana può aver facilitato l’approccio e affinato la tecnica ma non certamente fino a questo punto. Superato il primo momento di sorpresa e stupore ci siamo accorti che la barca della pesca “miracolosa” è di Mamiliano (Pacini) e che dell’equipaggio, oltre a Pietro, facevano parte sua moglie Eufemia e soprattutto Mamiliano stesso.

Ecco spiegato forse, anzi, quasi certamente, il “miracolo”!