Apprendiamo da una lettera inviata al Sindaco dell’isola del Giglio che a Giannutri è stato adottato, dalle autorità di Portoferraio, un inaudito e severo provvedimento sanzionatorio nei confronti di un onesto cittadino che, per evitare gravi danni a cose o persone nello sbarcare a Cala Maestra, aveva riempito con un po’ di terra delle buche fra gli scogli, terra sorretta da un semplice muretto e senza interessare il mare.
Chi ha redatto il verbale di denuncia? I vigili urbani del Giglio? Gli uomini della Capitaneria di Porto? Le guardie del Corpo Forestale dello Stato? Chi è l’autorità di Portoferraio che è intervenuta in modo così intransigente e privo di senso? L’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano? O chi altro?
Leggiamo, per saperlo, il testo integrale della suddetta lettera inviata al Sindaco:

Giannutri, 23 Aprile 1885

Ill.mo Sig. Sindaco,

In riguardo alle informazioni richieste dal Comando di Portoferrajo sulla supposta Banchina a Cala Maestra, mi fa premura di assicurarla trattarsi semplicemente di una strada praticata sugli scogli dal Magazzini Centrale al mare, a circa m. uno e mezzo di altezza, per evitare il caso di rompersi il collo o fratturarsi uno stinco volendo imbarcarsi in codesto sito. Certo che avendo provveduto al necessario riempimento con terra nei vuoti fra scoglio e scoglio, sempre però al di sopra del livello del mare,si è dovuto garantire con un muro esterno perché l’acqua innalzata dalle forti mareggiate non esportasse la terra e con la terra la strada. Nessuna opera subacquea fu praticata e perciò ho ritenuto di essere in piena regola procedendo a codesto lavoro. Ossequiente alle leggi dichiaro che se per avventura fossi caduto in errore non dovrebbesi appormelo a volontaria mancanza,essendo di per sé chiaro che se avessi potuto supporre essere mio dovere di domandare in proposito una licenza, non avrei avuto ragione alcuna per non farlo, tanto più che manifesta apparisce l’utilità di questa strada per quanti indistintamente abbiano occasione di recarsi in quest’isola.
La ringrazio poi, egregio Sig. Sindaco per quanto si è compiaciuto ripetermi sui propositi di codesta spettabile Amministrazione, e soltanto nell’ignoranza in cui mi trovo sul corso della diffida legale in piena regola, mi permetto domandarle se, non essendo stata fatta, desidera che sia fatta.
Confermo a mia volta l’ordine di sistemare la nota contravvenzione a Livorno.
Io conto ormai di trattenermi a Giannutri fino verso il 7 del mese prossimo e non rinuncio alla speranza di riverirla personalmente. Mi è grato segnarmi devotissimo servitore

Osvaldo Adami

Per la cronaca Osvaldo Adami era un nobile livornese che viveva, all’epoca, all’isola di Giannutri con il fratello Gualtiero, già capitano garibaldino e intimo e  fedele collaboratore di Garibaldi durante la spedizione dei Mille. La sua lettera è estremamente significativa per farci riflettere e capire che, anche quando non esisteva l’Ente Parco, esistevano lo stesso persone intelligenti e sensibili che già si preoccupavano, con emanazione di leggi precise, di far rispettare il nostro territorio dal quale, qualcun altro, trae oggi opportunità di lavoro e ricchezza economica.
Con questo modesto pensiero dedicato ai fratelli Adami, anche Sibilot vuole contribuire ai festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia.  W L’ITALIA!