In risposta alla polemica sul sentiero
In riferimento all'articolo “Una passeggiata spettacolosa (nell'ignoranza, nella presunzione e nello spreco di denaro pubblico)”, pubblicato dal signor Angelo Stefanini, in qualità di tecnico esterno del Comune di Isola del Giglio ritengo opportuno intervenire per fare un minimo di chiarezza.
Il sentiero segnalato fa parte di una serie di interventi finanziati nell'ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2007/13, che comprendono piazzole di sosta, pannelli didattici e staccionate. Nell'estate scorsa, durante l'esecuzione dei lavori, anche la sottoscritta ha verificato che il sentiero, come fin lì aperto, non seguiva il tracciato originario e che il lavoro andava rivisto e corretto. Tutto ciò però non è stato possibile. Infatti, nel corso dei lavori, l'Ente Parco, dopo averli autorizzati, ha ritenuto sospenderli e provvedere alla chiusura del sentiero a causa di una possibile interferenza con il gabbiano corso. E’ stato quindi concordato col Parco di tenerlo chiuso. Forse è mancata la segnalazione ma il Comune spesso è oberato da mille impegni e spesso non è in grado di seguire nel dettaglio tutte le questioni.
Oltre alla sospensione della sistemazione del sentiero e della ricerca del tracciato originario, le misure da noi adottate per chiudere il sentiero, di concerto con l'Ente Parco, sono state:
- non apporre il cartello segnavia in legno all'inizio del sentiero, - non segnalare il sentiero nel pieghevole della Proloco.
Al momento pertanto il sentiero è chiuso in attesa che venga meno la sospensione da parte del parco. E’ mancata quindi la segnalazione che informava sulla chiusura del sentiero. Su questo provvederemo subito e quindi ringrazio per la segnalazione anche se le frasi iniziali riportate nell'articolo sono un po’ forti rispetto a chi si impegna affinché i vecchi tracciati vengano restituiti alla collettività.
La prospettiva è la rivisitazione del vecchio tracciato mediante la ditta esecutrice che si è già detta disponibile in merito. Non escludo che, con volontari del posto o contadini che conoscono il vecchio tracciato, si possa rettificare e sistemare il sentiero per ritrovare l’antico cammino ed eliminare il segmento che si discosta dal tracciato originario. Naturalmente questo sarà possibile solo se cambierà la posizione del Parco, altrimenti con il passare del tempo il sentiero dei Famigliari è destinato a richiudersi dalla parte della vegetazione che in poco tempo ricoprirà il percorso.
Oltre a questo sarò comunque lieta di fornire ulteriori precisazioni presso l'Ufficio Tecnico dove sono presente il mercoledì, giovedì e venerdì.
Lisa Cameron Smith
Hai ragione Umberto. Magari l'ente parco avrà da dire se nella richiesta di parere con i GABBIANI CORSI ci rivolgiamo in Italiano e non in Francese!!!!! E passerà ancora un anno per sapere cosa fare. Siamo proprio arrivati al fondo!!!!!! Enti inutili per creare problemi inutili che creano danno agli utili. Saluti
Perchè non indiciamo una riunione con i GABBIANI CORSI per conoscere il loro parere?
L'Ente Parco ha bloccato il ripristino del sentiero per "una possibile interferenza con il gabbiano corso". Ho letto male, Angelo casomai aiutami, o si tratta di RIPRISTINO!!!!! Ora in centinaia di anni di lavoro, nelle greppe e sulle cote, di questa parte dell'Isola in cui i contadini hanno creato il sentiero oggetto di RIPRISTINO il Gabbiano Corso C'era???? ha subito danni irreparabili??? Forse mi direte che la mia è una posizione semplicistica ma mi domando: -fin dove può spingersi la presunzione umana, nel nome di una roboante sigla come ENTE PARCO, per impedire il ripristino di un pezzo di storia di vita dell'Isola e dei suoi abitanti??? -da quanto leggo è già passato quasi un anno dal blocco/veto e quanto tempo ancora dovrà passare per avere una risposta? E poi si parla tanto di Enti inutili o utilo solo a far perdere tempo e creare problemi dove non ci sono. Un saluto
Gentilissima dottoressa (se, per caso non lo fosse, non se la prenda, non è una gratuita "captatio benevolentiae", ma un semplice adeguamento ad una prassi, ahimè, ormai invalsa nel nostro Paese, a differenza di come ci si comporta in altre nazioni, ove è chiamato dottore solo il Medico), Le confesso che c'ho pensato a lungo, prima di "commentare" la risposta data a mio cugino di secondo grado, Angelo Stefanini. C'ho pensato e ripensato: in primo luogo, perché è, appunto mio parente e non mi va di sembrare "uomo di parte"; in secondo luogo, perché mi sembra che Angelo sia impegnato a "Sinistra" e, prendendo posizione in suo favore, sempre di "parte" avrei potuto sembrare, perché anch'io, quale Mazziniano storico, a Sinistra, siccome direbbe un Napoletano, "tengo anima e core". Ho superato, però queste perplessità perché, seppure possa apparire un "paradosso", la questione del sentiero assume connotazioni strutturalmente "politiche" ed un politico qual mi ritengo, non può non occuparsene e dire la sua, anche rischiando di sbagliare grossolanamente. Grossolanamente perché, in verità non sono esperto di sentieri panoramici di natura prettamente turistico- escursionistici, bensì, quale cercatore di asparagi e funghi, cacciatore di cinghiali, ed epigono d'un'atavica vita contadina, coltivata soprattutto in gioventù, m'intendo di quelli delle campagne e dei boschi. I sentieri li tracciano gli animali (ricordo ancora quando, a cavallo d'un asino, in occasione dell'inizio o della fine d'una vacanza in cui anch'io facevo la mia, per altro modestissima, parte di lavoro in campagna, presso cari parenti di Pratieghi, prossimo al Monte Fumaiolo, ma in Toscana, arrivando o ipartendo, facevo sforzi vani per indurre l'animale a discostarsi dall'itinerario d'un sentiero precipite sul Marecchia, cui era ormai testardemente, secolarmente dire, insindacabilmente assuefatto ), oppure gli uomini, appunto, per andare lestamente al lavoro, per raccogliere prodotti della terra, per curare le vigne o gli oliveti, ovvero per cacciare o concedersi svago, in cale, punte o spiagge altrimenti inaccessibili, quali consentiva, un tempo il sentiero in questione. E se questi ultimi percorsi, tracciati con il buon senso e la saggezza di chi, per decenni o per secoli, se n'è avvalso, diventati per diverse motivi ormai desueti, li si vuole, per varie legittime ragioni, ripristinare, bisogna avere l'accortezza ed il rispetto dovuti alla tradizione, perché anch'essi sono "reperti" da ritrovare, recuperare e conservare, come un'anfora antica od un badile dell'età del bronzo, un "graffito", un pezzo di mosaico o qualche affresco dimenticato tra le volte d'un convento andato in rovina. Bene quindi ha fatto l'Ente Parco o chi per lui a finanziare i lavori di ripristino del sentiero in questione. Ma male ha fatto a "suggerire" od ordinare, non so bene in quali termini esprimere il mio giudizio, visto che Lei parla di cose concordate, di mutarne il percorso, procedendo d'autorità , quasi si dovesse tracciare, ex novo, per cause di forza maggiore, quali, ad esempio, una frana od un dissesto idrogeologico, (non certo equipollenti a quelle rappresentate da "possibili" interferenze col "Gabbiano Corso", che, magari lì presente da chi sa quanto tempo e senz'essere minimamente a rischio d'estinzione come la Foca Monaca, non si è mai sentito "disturbato") Senza dimenticare, poi, che il gabbiano non teme affatto l'uomo, anzi se ne serve al punto che, a Campese, credo i Gabbiani Reali, che, protagonisti dei bei quadri di Caponi, al mio amico Pietro Rinaldi piacciono al punto d'averne fatto l'emblema del suo buon vino rosso di "Casal Bruciatpo", involano tranquillamente, tra il costerno dei bagnanti e la sorpresa di chi apparecchia la colazione o il pranzo sui terrazzi, interi sacchetti di cibarie). Ma facciamo meglio il punto, gentilissima dottoressa: se è vero, come è senz'altro vero, che il Comune, avendo tante cose da fare, può, al riguardo, aver dimenticato qualcosa (che, a quanto sembra, e', il coinvolgimento di chi, ben conoscendo il vecchio tracciato, avrebbe potuto fornire utili contribuiti alla realizzazione dell'opera, è pure vero, che Lei, in qualità di "Tecnico Esterno", sicuramente oberato da un minor numero di questioni da risolvere, non poteva e non doveva dimenticare. In realtà, se vuole proprio che Le dica quel che penso, il "disguido" è frutto di un "approccio" alquanto presuntuoso, ovvero si è pensato che, bene o male, metro più o metro meno, il vecchio tracciato del sentiero sarebbe stato, mi si perdoni il bisticcio, rintracciato. Da questo, senza rimediare all'errore al cospetto del primi ostacoli cui ci si è trovati di di fronte, bensì forti dei "consigli" (chiamiamoli pure così, ma se tali si sarebbe potuto e dovuto disattenderli; se, invece, "forzature", si sarebbe dovuto contrastarle con vigore) relativi alle interferenze col Gabbiano Corso, si è andati disinvoltamente avanti, "ad libiitum", sconvolgendo anche i terrazzamenti vinicoli, realizzati nel corso dei secoli, con grande fatica e sacrifici da tanta povera gente. Cosa vuole che Le dica di più, visto che s'adonta per il sottotitolo del pezzo di Angelo Stefanini, se, tutt'ora, ad edulcorare le spiacevolezze degli errori compiuti, invece di cospargersi, come suol dirsi, il capo di cenere, come se niente fosse, afferma che, comunque, la ditta che ha effettuato i lavori è disposta a rifarli (ovviamente una volta rifatti presenterà il conto e qualcuno dovrà pur pagarlo, alla faccia del contenimento della spesa pubblica e dei tagli del Governo che finiscono per limitare i "servizi")? Cosa vuol che Le dica, quando nulla oppone alle affermazioni di Angelo Stefanini, in merito ad un'assurda deviazione il cui tracciato, anzichè un tranquillo cammino, impone, non solo seri rischi d'incolumità ma collima con luoghi in cui i"cellulari", per mancanza di copertura di banda, non captano e non trasmettono? Ed, infine, cosa vuole che pensi quando, alla fine della sua "perorazione" giustificativa, quasi si trattasse di Renzi che, minacciando la caduta del Governo, ricatta i Parlamentari, acciocché approvino l'"Italicum", Lei s'azzarda a dire, con atteggiamenti sostanzialmente remissivi allo "status quo ante", nei confronti dei "desiderata" del Parco, testualmente: "Naturalmente questo [ossia la modifica del tracciato] sarà possibile solo se cambierà la posizione del Parco. Altrimenti, con il passare del tempo, il sentiero dei "Familiari" è destinato a richiudersi dalla parte della vegetazione, che, in poco tempo, ricoprirà il percorso [e, aggiunge il sottoscritto, chi s'è visto s'è visto*.