Mufloni e specie aliene: le precisazioni del Presidente del Parco
Il progetto Life “Let's go Giglio”, finanziato dalla Unione Europea ed attuato dal Parco Nazionale è finalizzato ad un insieme di azioni, tra cui l'eradicazione ed il contrasto delle specie aliene e la cura di diversi ettari di pineta.
Primo punto: cosa sono le specie aliene e perché si interviene su di esse? Sono quelle che l’uomo ha artificialmente spostato dal suo areale originario volontariamente o involontariamente. Le specie aliene sono la seconda causa di perdita di biodiversità nel mondo, dopo la distruzione dell’habitat. In particolare sono responsabili dell’estinzione della metà delle specie di uccelli negli ultimi 500 anni. Per questo le più importanti organizzazioni mondiali che si occupano di biodiversità (IUCN, CBD) spingono verso la riduzione delle specie aliene, soprattutto nelle isole.
L’unione europea ha approvato un regolamento specifico, il 1453 del 2014, e nella strategia per la biodiversità europea per il 2030, presentata a maggio dalla commissione, uno degli obbiettivi principali è ridurre del 50% il numero delle specie minacciate dalle aliene. Non è un caso che proprio il 17 Febbraio scorso l’unione europea ha annunciato lo stanziamento di 121 milioni di euro per i progetti life e che abbia finanziato il progetto let’s go Giglio, appunto uno di essi. Il progetto prevede l’eradicazione del muflone ed il controllo di altre specie aliene (Fico degli ottentotti, coniglio, tartaruga Trachemis scripta etc).
Ultimamente molta attenzione si è concentrata sul muflone.
Sul fatto che vada rimosso dall’isola del Giglio ci sono pochi dubbi, trattasi di specie aliena ed il motivo per cui l’unione europea ha finanziato il progetto è proprio quello. L’ISPRA (Istituto superiore per la ricerca ambientale) ha ovviamente evidenziato nel suo parere che i Mufloni che dovessero essere catturati, non possono essere rilasciati in nessuna zona non recintata d’Italia. Il motivo è semplice in tutta la penisola il Muflone è una specie aliena, che appunto, dove possibile va eradicata, figuriamoci se si può immettere. In Sardegna invece la specie non è considerata aliena, ma para-autoctona, in quel caso non possono essere immessi animali di provenienza continentale per salvaguardare il patrimonio genetico sardo. Ovviamente le aree recintate dove possono essere immessi devono fornire sufficienti garanzie per impedire la fuga degli animali.
Dovrebbe essere superfluo rilevare che tali recinti non devono essere su un’isola: è proprio da un recinto che con il tempo i mufloni dell’isola del Giglio sono fuoriusciti e catturarli per metterli in un recinto su un’isola sarebbe una sorta di gioco dell’oca...
Infine per gli eventuali abbattimenti va specificato che il muflone è una specie cacciabile e che nella sola Toscana ogni anno vengono abbattuti in attività venatoria oltre 200 capi, abbattimenti che non sono di alcuna o modesta utilità per altre specie, a differenza di quelli del Giglio, una volta eradicati. Basti pensare alle conseguenze, su ambiente, specie autoctone (e oltretutto abbiamo letto in questi giorni anche sull'agricoltura) che avremmo oggi se non fossero stati abbattuti i circa 100 esemplari negli scorsi anni; esemplari a cui andrebbero sommati quelli attualmente presenti e quelli scaturiti dalle riproduzioni.
Resta inteso, così come già attuato per azioni analoghe svolte nella vicina isola d'Elba che se qualcuno, a proprie spese e con tutte le autorizzazioni e le prescrizioni da parte di ISPRA e altri soggetti competenti, richiede formalmente che gli siano consegnati un certo numero di capi da ubicare al di fuori dell'isola del Giglio, in zona recintata ed autorizzata, saremo ben lieti di effettuare la consegna compatibilmente con le tempistiche di stato di avanzamento del progetto.
In Italia la gestione e la conservazione della biodiversità ha molte similitudini con il calcio, infatti per entrambe le cose spesso c’è una forte componente emotiva che, nel secondo caso si chiama tifo e una tendenza a pensare di essere estremamente competenti in materia. Non a caso si usa dire che in Italia ci sono 60 milioni di allenatori della nazionale. In realtà la stragrande maggioranza degli italiani è molto più competente nel calcio che nella fauna selvatica o nelle piante. Infatti, l’italiano medio che parla di calcio vede 2-3 partite a settimana e sente parlare in tv allenatori, calciatori, opinionisti, giornalisti specializzati e magari ha anche giocato al calcio o quantomeno a calcetto. Invece l’italiano medio che parla di fauna selvatica (con le dovute eccezioni per carità) mediamente ha visto qualche puntata del “Mondo di quark” (fatte benissimo peraltro) e qualche film di Walt Disney. Queste prerogative fanno si che, mentre nessuno di noi si metterebbe a discutere con un ingegnere su come si fa un calcolo di cemento armato, se non per farsi spiegare in cosa consiste ci sono molte persone che pensano di sapere tutto sulla gestione della fauna e delle aree protette. Accanto a queste però ci sono molte persone curiose ed interessate e che vogliono capire il perché di certe azioni ed è a loro che mi rivolgo con queste precisazioni.
Giampiero Sammuri Presidente Parco nazionale Arcipelago Toscano
I mufloni al Giglio ci sono da 200 anni, ma ora si scopre che sono specie alloctone. Io direi ormai connaturate e di attrattiva turistica, per andare sul venale. Alloctone credo siano, invece, quelle aziende vinicole che hanno riscoperto l’ansonaca di Giglio e che lamentano danni da parte dei mufloni. Potrebbero recintarsi, anche con il contributo del Parco e buona pace per tutti
A questo punto volevo esprimere anche io un mio parere, ovviamente non essendo competente in materia non ho la pretesa di saperne di più di chi è dentro la professione, ma credo comunque di poter dare un giudizio su questa vicenda; premettiamo che la stragrande maggior parte delle questioni nella vita sono un fatto di punti di vista ed in questo caso non fa eccezione, quindi ci ritroviamo come se fossimo in politica... Io credo che ogni situazione vada valutata caso per caso, un po come avviene in tribunale visto che anche le leggi sono rimodellabili sulla base di ciò che valutano i giudici in una determinata circostanza, perciò cercherò di valutare questo caso specifico (i mufloni al giglio). Dunque è si vero che questa specie fu introdotta dall'uomo sull'isola e che una volta sfuggita di mano la situazione si è propagata a macchia d'olio in tutto il territorio, ma io ritengo a mio modesto parere che tutto questo sia un problema di poco conto per il fatto che un animale del genere non può arrecare particolari danni all'ambiente selvatico e quindi flora e fauna autoctona(a meno che non riesca a diffondersi in maniera spropositata), per quanto riguarda la flora e la fauna dei privati cittadini dovrebbe valere lo stesso discorso in quanto essi sono tenuti a recintare tali territori perché proprietà private, quindi i mufloni non avrebbero la capacità di abbattere tali barriere (non sono cinghiali), inoltre sarebbero una grande fonte per i cacciatori dell'isola che unendo l'utile al dilettevole avrebbero sia uno svago che una fonte di nutrimento ben più consistente rispetto ad uccelli tralaltro MOLTO più minacciati di estinsione rispetto ad i mufloni. Per quanto riguarda il discorso che una specie aliena non si debba assolutamente fondere in un ambiente che non gli appartiene nativamente anche qui sono punti di vista, un po come chi dice che gli immigrati devono starsene a casa loro e chi invece è ben disposto all'accoglienza... Ovviamente ci sono specie "aliene" in grado di arrecare danni molto seri per il fatto che il loro numero aumenta a dismisura e non si riesce più a tenere sotto controllo la popolazione che causa gravi danni all'ambiente ma non mi sembra questo il caso specifico; se dovessi sbagliarmi su questa cosa dovreste specificare esattamente quali gravi danni causerebbero i mufloni al giglio perché ancora non lo ho ben capito, ho letto che si cibano dei lecci limitando la vegetazione però mi sembra eccessivo pensare che un po di mufloni possano compromettere un habitat abbastanza esteso (sui danni all'agricoltura ho già detto che è opera dei privati proteggere le loro attività tramite recensioni che questi animali non avrebbero possibilità di varcare facilmente) e facciamo anche l'ipotesi che causassero dei danni si tornerebbe al discorso iniziale ovvero che sarebbe solo un fatto di punti di vista se accettare la situazione o meno. per concludere essendo in democrazia bisognerebbe porre questa questione a voto dei cittadini gigliesi che dovranno decidere in maggioranza cosa fare di questa situazione tra le 3 opzioni possibili, ovvero mantenere tutto allo stato attuale, eliminare completamente gli animali, oppure trovare una sorta di via di mezzo per impedirne un eccissiva diffusione ma senza eleiminarli completamente, ecco io credo che tutti debbano esprimere un voto per una di queste 3 opzioni.