Mi vedo costretto mio malgrado a scrivere certamente con minor entusiasmo del presidente del CdA “Greppe del Giglio” non per l’attacco pubblico alla mia persona, ma per l’attacco alla mia carica ed al “gruppo che mi appoggia” tutti accusati nella nostra veste istituzionale di amministratori comunali di osteggiare per oscuri motivi l’attività della cooperativa, ostilità che sarebbe stata manifestata più volte.

Devo ricordare al sig. Enrico Centurioni ed informare i lettori di GiglioNews che all’ultimo Vinitaly a Verona a magnificare la cooperativa ed il suo vino, stante l’assenza di qualsiasi esponente del suo CdA, c’era solo l’Amministrazione comunale da me rappresentata.

Ma non basta, perché questa amministrazione ed io personalmente in qualità di assessore all’urbanistica appoggia la richiesta della cooperativa di inserire la previsione di una cantina sociale nel Piano Strutturale, indicandola come una delle priorità del piano.

Appare dunque del tutto gratuito il generico attacco politico a questa amministrazione attraverso la mia persona e strumentale ad una querelle politica e non ad una corretta informazione e ad un corretto dibattito sul merito del bilancio della manifestazione “Cantine aperte” che è stato il perno del mio intervento alla riunione nella quale si discuteva della prossima manifestazione.

Ribadisco, come detto in quell’occasione, che il mio intervento era esclusivamente personale, in quanto socio dell’associazione Il Castello, e non intervento politico o ingerenza impropria  nella vita sociale dell’Isola da parte dell’Amministrazione, che promuove al contrario tutte le iniziative dei tre centri abitati dell’Isola e gli eventi culturali, che nel periodo estivo si intensificano.

Sgombrato il campo dall’incomprensibile polemica politica, mi corre l’obbligo a questo punto chiarire ai lettori i termini della mia critica, che riguardavano semplicemente il bilancio dell’evento nel quale evidenziavo che nelle spese generali la voce più alta riguardava l’acquisto del vino della cooperativa Le Greppe, lamentando che il costo del vino appariva alto per una festa della cantine che doveva valorizzare e differenziare gli assaggi di vino locale.

Ebbene proprio la risposta del presidente del CdA dimostra quanto da me sostenuto, poiché il vino è stato venduto sfuso ma è stato fornito in bottiglia con la conseguenza che ogni bottiglia ha permesso di vendere 4,5 bicchieri scarsi al pubblico con un incasso per bottiglia di € 9,00 scarsi.

Sostiene il sig. Centurioni che il costo di una bottiglia per la proloco sarebbe stato di € 5,70, ma anche qui occorre una precisazione:

1. l’IVA è un costo che fa parte del prezzo di acquisto e la proloco può recuperare solo il 50% dell’IVA quindi, anche seguendo il ragionamento del sig. Centurioni, il costo della merce, ipotizzando un futuro recupero dell’IVA sarebbe di € 5.983,95

2. un regalo è tale se rimane tale (per inciso io ho regalato una damigiana da 54 litri per la manifestazione e non sono stato il solo), quindi non può essere poi considerato come un costo non sostenuto attribuendogli un valore di € 2.160,00  di incassi, dato che anche considerando 8 bicchieri per litro di passito si hanno 480 bicchieri venduti per un totale di € 960,00

3. anche detraendo gli incassi del passito, che in questo caso non è più un regalo, si avrebbe che le 570 bottiglie sono state acquistate ad € 5.023,95, ovvero ad € 8,90 pari all’incasso, sempre che sia stato venduto tutto il vino acquistato, altrimenti la proloco non solo non ha avuto alcun incasso corrispondente alla vendita del vino della cooperativa ma, addirittura, è andata in perdita.

Mi sembra che la lettera del sig. Centurioni abbia dimostrato che la mia critica avesse un fondamento che risiede nel prezzo eccessivo di una bottiglia di vino, il cui costo lordo senza tutti i salti mortali contabili è di € 11,50, decisamente troppi per una festa popolare come quella delle cantine aperte.

Infine per quanto riguarda l’alta funzione sociale della cooperativa, che come tutte le cooperative è senza fini di lucro per obbligo di legge, essa è da me ampiamente riconosciuta al pari delle finalità sociali e del volontariato che in quest’isola, anche in questi tempi di decadenza generalizzata dei principi morali ed etici, è ben presente in tutte le numerose associazioni: da quella del Castello a quelle dei santi patroni dei tre centri abitati a quella del teatro dell’isola, del coro, dell’associazione canottieri e dei tanti gigliesi che prestano in silenzio la propria opera ed i propri mezzi per il miglioramento dell’isola senza dover mettere in piazza un’autoelogio non richiesto.

PELLEGRINI MARIO