Caro Vittorio, ho letto la tua nota sulla rubrica “Dite la vostra” di Giglio News e ho voluto risponderti, pregandoti di non interpretare il mio scritto come una replica ma solo come una doverosa precisazione. Inoltre, dato che quando si parla di argomenti che possono essere esaminati da diverse angolazioni è sempre facile essere frainteso, ritengo opportuna la seguente premessa.
Nella pubblica amministrazione (salvo i casi cosiddetti “contingibili e urgenti” in cui si riconosce al Sindaco, ma solo in casi eccezionali, potere ordinatorio) di solito è pressoché impossibile vedere realizzato la sera quello che si è deciso la mattina. Questo perché, laddove, per ovvie ragioni, non esiste -e non può esistere- una logica di gestione privatistica e ci sono di mezzo i soldi e gli interessi dell'intera collettività, occorrono procedure di solito lunghe e complesse. L'iter burocratico serve a garantire il rispetto di interessi plurimi e la trasparenza del maneggio del pubblico denaro. Spesso la burocrazia è invece considerata (a volte anche a ragione) una palla al piede che rallenta la realizzazione di opere pubbliche. Ad ogni pubblico amministratore (se non altro per fare bella figura) piacerebbe vedere realizzati rapidamente i propri progetti. Sicuramente per questo motivo il governo attualmente in carica ha voluto usare lo strumento della Protezione Civile per realizzare “grandi eventi” che viaggiavano su corsie preferenziali riservate alle sole emergenze. Dato per scontata la buona fede del capo del governo e del capo della protezione civile (rinunciando anche al beneficio del dubbio), sembra incontestabile che si siano verificati, da parte di altri soggetti, comportamenti penalmente rilevanti causate da procedure velocizzate che non hanno garantito la necessaria trasparenza. Non a caso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in questi giorni, ringraziando la Protezione Civile per il prezioso lavoro svolto in occasione del terremoto dell'Aquila, si è però raccomandato che torni ad occuparsi “solo delle calamità naturali”. Sui lavori pubblici si è sempre riuscito a rubare anche con le procedure normali, fin dai tempi dell'antica Roma, figuriamoci saltando i passaggi a quattro a quattro. Per realizzare ogni progetto amministrativo occorre volontà e pazienza e a volte sono necessari anche più mandati.
Fatta questa necessaria premessa, volevo sottolineare che il contenzioso fra i gestori della discoteca “Il Fracco” e l'amministrazione comunale di Isola del Giglio (proprietaria anche dell'immobile) cominciò non con il Sindaco che mi aveva preceduto (Giuseppe Ulivi) ma risaliva addirittura al predecessore Girolamo Lubrani. Il lungo iter amministrativo e in questo caso anche giudiziario finì con una sentenza che arrivò i primi giorni che ero sindaco io e non potetti fare altro che prenderne atto e darle esecuzione. Le motivazioni della sentenza e tutto quanto ho affermato è verificabile agli atti del Comune, anche se, dal normale cittadino, la vicenda può essere stata recepita ed interpretata come tu dici: ma come vedi, l'equazione “Armando ha fatto chiudere il Fracco e quindi il casino si è spostato fuori a Scipione” non è assolutamente verificata.
Tralasciando l'aspetto amministrativo-giudiziario e tornando a considerazioni di carattere socio-politico la vicenda del Fracco ben si presta comunque a riflessioni di interesse attuale. L'avere riesumato questa storia mi ha fatto tornare in mente una cosa che mi ero completamente dimenticato e cioè che all'epoca delle amministrazioni precedenti alla mia quando il Fracco era ancora aperto, arrivavano in Comune continue proteste per il rumore notturno non solo dalle contigue abitazioni a monte -e questo è facilmente comprensibile- ma anche dall'intera valle dell'Arenella dato che, a seconda del vento, per uno strano fenomeno acustico, la musica impediva il riposo notturno in tutte le costruzioni a valle, albergo compreso.
Ringraziandoti per la tua attenzione e soprattutto per le parole di stima per la mia persona che hai voluto premettere al tuo intervento, ti saluto e ti invio i miei più cari saluti

Armando