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Il carnevale dei Lombi al tempo del bianco & nero
foto in basso Ottorino Brandaglia e altri
Il carnevale nella mia isola, e precisamente nella sala dei Lombi, al Castello, ha una tradizione più che centenaria, essendo la suddetta sala costruita pietra su pietra da tutta la popolazione nei primissimi anni del ‘900.
Per conoscere l'anno preciso della costruzione bisognerebbe consultare l'archivio storico... Ma in famiglia ho sempre sentito dire che mia nonna materna, nata nel 1900, vi partecipò con l'entusiasmo dei suoi 12 anni careggiando su per quei vicoli l'acqua dalla lontana fonte.
In quel tempo, al Giglio vi erano due importanti associazioni: la Pubblica Assistenza e il Mutuo soccorso, e proprio il Mutuo soccorso, coordinato dal presidente Gambelli, partì con grande entusiasmo e coraggio (perché vi erano pochissimi mezzi e tantissime braccia) al progetto della sala, che per antonomasia diventò - i Lombi - nome dello spiazzo in cui fu costruita.
Mai, una sala è stata vissuta con l'attesa spasmodica di incontro e divertimento, da giovani, anziani, e anche dai più vecchi, che non rinunciavano al giro di valzer su quelle piastrelle nuove, odorose di malta, sudate e tanto attese, perché allora, eccetto i festeggiamenti di tre giorni in onore del patrono Mamiliano, il carnevale era l'unico svago con mascherature e balli in cui si mettevano da parte preoccupazioni e stanchezze quotidiane.
Anzi, il ballo in sala, i nostri antichi lo sentivano di diritto come un premio al loro dovere incondizionato verso i pesanti impegni dedicati alla terra, alla miniera, fonte di pane e sicurezza familiare.
Ai Lombi, per ovviare sovraffollamento e spintoni, il comitato di turno nominava il caposala del ballo che comandava 10 coppie per volta distinte da un fiocchetto (rosso, blu, rosa) esposto con uno spillo sul bavero del cavaliere; gli altri colori aspettando il proprio turno guardavano o bevevano nell'attiguo bar con la dama del momento.
La festa durava sino a mezzanotte, e solo per san Mamiliano, dame e cavalieri, dai Lombi raggiungevano piazza Gloriosa per seguitare a ballare sino all'alba; e ballavano le coppie, instancabili pur sapendo che poche ore dopo si sarebbe presentata la fatica di sempre nel quotidiano sopravvivere.
La quadriglia nella sala chiudeva tutti i balli.
Nella storia dei Lombi in b/n ci sono stati tanti bravi caposala. Ne ricordo alcuni: il Boccia, Gigetto, Vinicio, Cecchino, Vasco, Danilo, che a braccio alzato, nella quadriglia comandavano le figure. SANGE cioè, cambio di dama, tradotto a orecchio dal francese change, è rimasto un fiore all'occhiello nell'espressione, che viene puntualmente ripetuta ogni anno al comando degli attuali conduttori.
Tempi lontani di "c'era una volta," ma importanti per apprezzare nel paese, durante l' inverno semi vuoto e silenzioso, la frase "Festa di Carnevale" che echeggia per le vie, e sentire la lontana unione con l'oggi organizzato in un movimento dinamico e determinato da un prezioso gruppo di donne isolane vere eroine del quotidiano che non rinunciano alla tradizione: travestimento, musica, coriandoli, chiacchiere, per il divertimento dei figli tutto a colori proprio nella loro, nostra sala dei Lombi.
Palma Silvestri
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