Con il gemellaggio artistico, Musicalgiglio ha dato gli accordi per un linguaggio comune tra popoli aperti alla cultura della musica e alla socializzazione, per questo, il gemellaggio, portandoci “di là” dal mare, diventa di grande rilevanza sociale.
La musica della nostra Banda che rompe il silenzio delle vie solitarie di Pienza, con le sue figure imbacuccate per il gelo, ha portato invece la nostra freschezza e il piacere commovente di riunire come un bel fiocco, secoli e secoli di storie sconosciute, di tempi trapassati della vita pientina e gigliese, e quindi, della nostra esistenza.
Quando passa la Banda accade sempre qualcosa di particolare: le finestre si spalancano, la gente si affaccia, scende per strada e sorride.
Nella riflessione del momento ho pensato al tormento e alla tragedia della striscia di Gaza ed ho immaginato per un attimo la nostra Banda che suona lungo quei confini martoriati. La Banda come strumento di pace: suona, suona cosi forte da superare e fermare altri rumori e strumenti micidiali di morte ... Chissa?
Andare a Pienza, deve essere stato come ritrovarsi in una vecchia foto che avevamo smarrito in angoli mai visitati, o peggio ancora, dimenticati e restare piacevolmente sorpresi dell’immagine che infine abbiamo sotto agli occhi.
Come gigliese avrei voluto esserci, se non altro per sbirciare i volti di quei lontani-paesani e scoprire, nel guizzo di uno sguardo, nella sfumatura di un sorriso o in un gesto istintivo, qualcosa di noi.
P.S della Barroccia

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