I saluti di Palma
Un abbraccio a tutti
"Ricordare il Passato nelle forme e nelle storie per rendere più forte il nostro presente isolano"
Cari lettori, ci tengo a sottolineare che la Cantina del Racconto partecipa dal 2011 all'evento dei tre giorni della "Festa dell'uva e delle Cantine"; una partecipazione, da parte mia, determinata dalla certezza che mostrare ai visitatori chi eravamo e come siamo arrivati alla degustazione di piatti tipici e del vino ansonaco girando per i vicoli del Castello, voglia dire anche festeggiare l'opera del gigliese e dell'asino, vissuti in simbiosi sull'isola sin dai tempi più remoti.
Vuol dire dar luce alla gente di una volta, padrona della sua storia; agli oggetti, spesso povere cose usate nel faticoso quotidiano lavorativo.
La Cantina del Racconto è molto frequentata dai gigliesi che tornano e trovano memorie. Anche chi ama il Giglio apprezza ciò che vede, e sente più vicino il nostro caro scoglio.
Ma il tempo arriva inesorabile e mi trova stanca; mi dice di chiudere le porte a ciò che di bello è stato.
Questa edizione 2024, per la Cantina del Racconto sarà l'ultima.
Saluto tutti: la Pro Loco, alla quale lascio una parte del materiale fotografico realizzato negli anni; GiglioNews sempre disponibile e attenta ai miei file, e i suonatori (Angelo di Ottavio, Alessio del Camorro e l'Omo Zitto), immancabili amici la cui sensibilità rendeva quasi materiali le presenze lontane di chi ci ha lasciato note e canti indimenticabili.
Con stima e affetto
Palma Silvestri
CANTINA DEL RACCONTO 2024
GLI ASINI E I RICORDI CHE RESTANO NEL CUORE
Percorrere i sentieri isolani oggi e sentirli ameni, riposanti, tra gli odori delle piante selvatiche che scendono sino al mare; tali sane e gioiose sensazioni le dobbiamo a chi creò, in un tempo molto lontano da noi, le mulattiere dell'isola tagliando e spostando massi granitici al fine di raggiungere la propria terra, principale fonte di sopravvivenza, pure se lontanissima dal paese.
Dall'alba al tramonto, spesso tenendo nel paniere una pagnotta, una manciata di fichi secchi e un fiasco di vinella (che sarebbe la seconda bollitura del mosto con aggiunta di acqua), i sentieri, percorsi con animo e sentimento molto diverso dal viandante nostrano, erano l'autostrada dell'antico isolano.
L'uomo gigliese, viveva dividendo la vita agricola con l'Asino: silenzioso, infaticabile compagno di duro lavoro, e scrivo con la A maiuscola il nome dell'animale perché nella memoria e nella storia locale ha lasciato nobile impronta come la sua natura, nelle pietre, nei sassi. Nel cuore.
In tempo di vendemmia, le vigne coloravano di verde il panorama dell'isola tanto da essere nominata isola verde, e l'asino, coi suoi carichi d'uva si arrestava solo al tramonto, messo a riposo sotto casa in stanzini detti celle.
So di storie, dove il somaro, che per istinto seguiva il sentiero di casa, a volte rientrava solo soletto, fermandosi con il muso a terra davanti alla stalla; muto segnale che i familiari prendevano con angoscia correndo alla vigna, agli orti, per cercare nel buio il congiunto ormai morto, e senz'altro, i grandi occhi della povera bestia piangevano.
Un mattino di primavera degli anni '50, mentre stavo ammiravo i prati coperti di erba e margheritine gialle, fui distratta da un somarello che, legato ad un paletto, sentendo la presenza della femmina poco lontano, ragliava tirando calci nel vuoto, ma il padrone, non riuscendo a tenerlo alla briglia, imprecando gli batteva con forza il bastone sulla groppa.
Avevo otto anni, la scena mi fece molto male creandomi vergognoso pudore e gran pena che restò nei ricordi del cuore. Ma nel tempo capii che anche chi bistrattava stava affrontando l'eterna lotta senza pace, tra sudore e pane.
Il lavoro della terra dei nostri antenati era così: condivisione della fatica e della sofferenza.
Palma Silvestri
Festa dell'Uva e delle Cantine
Cantina del Racconto
Suppepesci presso la Madonnella del Buonanno.
Giglio Castello: 26 - 27 - 28 - 29 settembre 2024
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