La strada che divide il Giglio è un torrente di scolo che si gonfia quando piove e dopo una curva sfocia dritto verso il mare mangiando gli scogli. Madame Jill Lintott, 78 anni, la donna di origine inglese trovata morta sulla battigia lunedì all’ora di pranzo, anche con la piena guadava il corso d’acqua e si dirigeva verso il Porto per fare la spesa. L’ultima volta che è stata vista, viva, è caduta in mezzo al torrente, sbilanciata dalla forza dell’acqua. Due ore dopo, sulla spiaggia, è stato trovato il suo cadavere.

"Si tratta di un terreno di proprietà del residence che viene usato come strada", puntualizza Roberto Galli, comandante dei vigili urbani. Per chi abita tra la le Cannelle e il promontorio di Capo Marino, invece, quella lingua di ciottoli che si gonfia quando piove è l’unica via carreggiabile per imboccare la salita e arrivare a casa. Per i turisti d’estate diventa un parcheggio dove lasciare l’auto per raggiungere la spiaggia delle Caldane o l’approdo di Porto Arturo.

È così da quarant’anni, da quando il condominio venne costruito, alla fine degli anni Sessanta e un torrente deviato di una ventina di metri facendolo confluire nel gemello che gli corre accanto.

La situazione - a sentire gli abitanti - negli ultimi anni è peggiorata per colpa delle piogge sempre più violente e concentrate in poche ore. Com’è successo tra domenica e lunedì. Il giorno dopo la tragedia, i suoi vicini di casa sono appollaiati alla fine della discesa che porta a una quindicina di villette. Una coppia di Treviso ha già le valige pronte "Ieri era anche peggio l’acqua arrivava sopra alle ginocchia, torniamo a casa". Marito e moglie di Torino chiedono al proprietario del ristorante, "se ha due paia di stivali da prestare per attraversare il torrente". Un turista domanda quando calerà il livello dell’acqua. "Domani devo partire e ho la macchina parcheggiata qui - dice indicando una berlina - devo per forza attraversare il torrente. C’è mica un’altra strada - domanda - per arrivare dall’altra parte?".

"No"
, rispondono in coro la decina di persone che gli stanno intorno. Un altro accesso non c’è e non c’è mai stato. Almeno da quando nel 1969 iniziarono i lavori al condominio delle Cannelle e il Comune dette l’ok in accordo con il Genio civile per la deviazione del torrente Buzzena che da quel giorno svolta a destra sotto la montagna e venti metri più in basso confluisce in un corso d’acqua gemello, il Dibbiarelli.

"In questi due torrenti vanno a finire le acque di cinque valli qua sopra. Come possono pensare che questo rigagnolo basti per smaltirle?"
, si domanda un residente. Negli anni qualche tentativo di risolvere la situazione c’è stato. Soprattutto quando una quindicina di anni fa il torrente esondò e invase il residence. "Per cominciare - spiega un condomino - costruimmo un muretto per difenderci dall’acqua e piazzammo un cartello con il divieto di accesso all’ingresso del residence".
Poi si cercò la trattativa. "Chiedemmo ai proprietari delle case sulla collina di dividere le spese per mettere a posto la strada - ricorda Giuli, che al Giglio si è trasferita qui da Conegliano Veneto - ma è andata a finire che nessuno cacciava niente quindi l’idea è naufragata". E il torrente continua a gonfiarsi ogni volta che piove isolando chi sta dall’altra parte della strada e dividendo il Giglio.


Isola del Giglio LA PROCURA INDAGA SULLA MORTE DELLE CANNELLE 1

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