Se appena il tramonto s'è compiuto e sali dal mare verso il Castello, ti trovi immersa in una luce che solo i grandi maestri del colore potrebbero dire e non già le nostre povere parole. Quando arrivi nella Piazza Gloriosa contro il cobalto del cielo scopri la Rocca, che possente ricorda un passato di lotte e di soperchierie e sembra dire che sarà ospitale con gli amici e tremenda con i nemici. Ne prendi atto ed entri nel borgo, che stempera il grigio severo delle mura con i balconi pieni di fiori, con l'accoglienza festosa dei Castellani, con i profumi che solo qui puoi sentire. Questo era il contesto del passato.
Ora c'è qualcosa di nuovo. Un risveglio ed una presa di coscienza delle proprie peculiarità che si manifesta con eventi destinati a lasciare il segno. Come ieri sera nella chiesa del Castello la magnifica esecuzione della Messa di Requiem di Mozart, grazie al Coro dell'Isola del Giglio insieme al Coro “Ager Cosanus”, guidati dal Maestro Giovanni Segato che, pur limitato da un infortunio, ha diretto con passione ed anche con giusto compiacimento per aver amalgamato un gruppo così eterogeneo che si è imposto all'attenzione in Italia ed anche all'estero.
Mai sull'altare maggiore s'era visto un gruppo di coristi così compresi del proprio ruolo, così bravi, così eleganti e fieri. Ad applaudirli oltre il popolo i grandi della musica, il Maestro Uto Ughi, il Maestro Franco Petracchi e la bella e bravissima figlia, famosa in Italia e nel mondo come concertista. Tutti sono da ricordare: la famosa Elizabeth Norberg-Schulz, la giovane Alessia Martino, Andrea Zaupa, apprezzato dalla stampa, Gianni Mongiardino, tenore gigliese che calca con successo le scene internazionali. Poi i bravissimi pianisti, Cesare Nobile e Giuliano Adorno. Ma più di tutti il coro e il loro Maestro. Un coro che ha visto la fusione tra la geste isolana e quella della Costa d'Argento, 280 ore di lavoro e tanti sacrifici per una perfetta unione di voci e di anime.
Serata magica, serata indimenticabile che gli applausi scroscianti hanno sottolineato. Di più, una standing ovation di prestigiosi esperti e di comuni ascoltatori, che hanno ripagato il coro e il Maestro di tanto lavoro. E il temporale che ha messo in fuga gli spettatori seduti sul sagrato, a me, che ero ben riparata e protetta in chiesa, sembrava volesse sottolineare la profondità del “Dies Irae”. I lampi entravano un poco dalla porta assiepata di spettatori, il rombo del tuono faceva da controcanto ad una interpretazione carica di pathos.
Grazie a tutti, agli esecutori materiali dell'organizzazione perfetta, alla Pro-loco, alla Associazione Il Castello, all'Amministrazione, agli sponsor, a Don Vittorio sempre schivo ed efficiente, amante della musica e del canto. Ai miei compaesani che hanno manifestato con l'attenta partecipazione una passione per la musica che già nei primi del '900 l'Arciduca d'Austria, turista ante litteram, aveva riconosciuto ai gigliesi. E grazie a Dio per avermi fatto nascere in questa isola, che pur piena di contraddizioni, è tuttavia il luogo migliore dove nascere, vivere e morire.
Caterina Baffigi Ulivi
Magia al Castello
Autore: Caterina Baffigi Ulivi
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