Mi chiamo Augusto e sono residente all’ Isola del Giglio.

Pensavo di essere uscito da un incubo durato anni: dopo aver impiegato un’intera mattinata per fornirmi del tagliando verde del Comune di Monte Argentario al costo annuale di € 30,00, che permette di parcheggiare su tutte le strisce bianche del centro abitato senza pagare alcun ticket. Felicità durata poco perché giovedì 28 ottobre arrivo a Porto Santo Stefano tranquillo di poter parcheggiare la mia automobile sulle strisce bianche in prossimità del porto. Inizio a girare per le vie di Porto Santo Stefano e di parcheggi con strisce bianche neanche l’ombra; si erano dissolti nel nulla e un tappeto di strisce blu tappezzava tutto il centro abitato.

Mi sono sentito preso in giro e truffato perché l’Ufficio dei Vigili Urbani mi aveva rilasciato il tagliando a metà ottobre senza avvisarmi che quindici giorni dopo sarebbe stato modificato l’assetto dei parcheggi, eliminando quelli con strisce bianche da gran parte delle vie. E’ vero che con il tagliando verde posso pagare il parcheggio con una tariffa ridotta, oltre le 30 € già spese, ma se rimango al Giglio per più di tre giorni il quarto giorno sono passibile di multa perché il pagamento del ticket nei parcheggi a strisce blu è massimo di tre giorni.

Eppure esiste una Legge Italiana che stabilisce che in ogni zona dei centri abitati ci deve essere un giusto equilibrio tra le zone destinate a parcheggio a pagamento e quelle destinate alla sosta gratuita.

Ma Porto Santo Stefano appartiene all’Italia o ad un'altra repubblica? E’ possibile che un cittadino italiano, anche non più giovane, non sia libero di andare e venire dal luogo che ha scelto per vivere senza alcun problema?

Augusto