Sembra proprio che qualcuno voglia distruggere la ricchezza biologica del mare di Giannutri, che rende la più meridionale isole dell’Arcipelago Toscano uno dei luoghi più belli di tutto il Mediterraneo.
«La settimana scorsa ci è stata segnalata nele acque dell’isola una rete da pesca illegale di oltre 2 km di lunghezza – rivela Emanuele Zendri, responsabile di Legambiente Arcipelago Toscano per Giannutri - La rete stava già mietendo le sue vittime: moltissimi i pesci San Pietro, i grandi scorfani e le aragoste intrappolati tra le sue maglie. Fortunatamente molti animali sono stati salvati grazie all’intervento di alcuni volontari, delle forze dell’ordine e del Parco. Gran parte della rete sembra sia stata recuperata anche se purtroppo altre hanno saccheggiato i fondali di Giannutri».
Da settembre in poi, quando i residenti lasciano Giannutri e i turisti sono pochi, per i pirati del mare è più facile agire indisturbati e la pesca di frodo intorno all’isola aumenta a dismisura. I pescatori di frodo che con i loro pescherecci arrivano dal continente a Giannutri, contano sul colpo grosso, sulla “pesca miracolosa”, l’obiettivo di questi delinquenti che calano le reti all’interno di un’area protetta è solo quello di arricchirsi distruggendo tutto quello che la Repubblica Italiana ha deciso di tutelare.
«Non è la prima volta che noi di Legambiente segnaliamo queste azioni criminali come documentato da anni dai nostri dossier –dice Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana – In un Paese civile non dovrebbe essere così, dato che Giannutri fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Ma la realtà è ben diversa. La mancata istituzione dell’Area marina protetta che a Giannutri doveva essere realizzata da 30 anni, ha reso il mare di Giannutri un “limbo” amministrativo protetto solo sulla carta. Le Forze dell’ordine, con gli scarsi mezzi a disposizione, raramente possono controllare il mare dell’Isola e questo favorisce i pescatori di frodo che sanno bene che molto difficilmente verranno scoperti. In questo modo alcuni pescatori disonesti del continente, scegliendo accuratamente modi e tempi, vanno a depredare e distruggere i fondali di Giannutri contando sull’impunità. Comunque una “pesca miracolosa” nelle acque dell’isola vale il rischio di essere beccati o di “perdere” una rete o altri attrezzi da pesca».
Legambiente in passato aveva segnalato e documentato la presenza a Giannutri di “datterari” che per estrarre i datteri di mare dai fondali rocciosi li distruggono, ma anche di pescatori subacquei muniti di bombole e fucile che uccidono tutto ciò che incontrano.
Il mare “protetto” di Giannutri ha bisogno di maggiore vigilanza per far rispettare le leggi della Repubblica e le norme del Parco Nazionale, magari coinvolgendo anche volontari, in particolare nei periodi di minore affluenza, quando i delinquenti del mare si sentono più sicuri.
Legambiente rinnova con forza la richiesta che venga finalmente istituita l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano, partendo immediatamente dalle aree a mare già incluse nel Parco Nazionale in base al decreto istitutivo del Presidente della Repubblica del 1996, che comprende anche il mare di Giannutri insieme a quello di Gorgona, Capraia e Montecristo, mentre il mare di Pianosa è stato affidato al Parco Nazionale da un Decreto ministeriale del 1997. Solo così si potranno trasformare i vincoli in opportunità e il Parco Nazionale potrà governare il mare che gli è stato affidato più di 16 anni fa, contrastando i pirati ed i bracconieri del mare.
Pescatori di frodo all’assalto di Giannutri
Autore: Legambiente Arcipelago Toscano
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