Con riferimento alla nota del titolare dell'azienda agricola “La Fontuccia”, in risposta al mio precedente intervento su alcune infondate dichiarazioni del sindaco in occasione del convegno sui vini passiti del Mediterraneo, sono perplesso nel riscontrare tutta una serie di incomprensioni su quanto da me affermato (pensavo fosse facilmente intuibile che il mio intervento in quella sede, occasione di una magnifica giornata, come ha giustamente riportato il sindaco, fosse inopportuno dato che riguardava discussioni interne all'isola, come faccio fatica a capire l'accusa di aver qualcosa da nascondere in una assemblea con circa 50 persone presenti e poi il giorno dopo “lanciare” quegli argomenti in rete e quindi, virtualmente, a tutto il mondo; non capisco come si continui a non capire che in una piccola comunità come la nostra, se uno ricopre più ruoli, è opportuno che specifichi se parla come medico, a nome del Circolo culturale, come soggetto politico ex-sindaco, anche se “remoto” e che magari si firmi con uno pseudonimo -”Sibilot”- se ha solo voglia di scherzare; pensavo fosse abbastanza chiaro che non volevo ascrivermi alcun merito e che quando parlavo di chi aveva fattivamente collaborato alle normative all'Ente Parco sul governo del territorio ed aveva -doverosamente-  partecipato a tutte le riunioni del suo mandato amministrativo era l'assessore all'ambiente della precedente amministrazione Stefano Feri e non io). Ma se fosse stato per specificare quanto appena detto, non avrei neppure ritenuto opportuno tornare sull'argomento per non creare inutili e noiosi “serpentoni” polemici che interessano solo i diretti interessati.

Il motivo per cui ho ritenuto doveroso  intervenire  di nuovo è per sottolineare e per fare chiarezza su quella che è la filosofia di governo e di eventuale recupero del territorio rurale dell'isola del Giglio alla luce -nero su bianco- degli atti amministrativi già adottati. Giova a questo proposito ricordare che la delibera di adozione di avvio del procedimento per la formazione del Piano Strutturale, approvata dalla Giunta attualmente in carica, ha recepito pienamente   (almeno per quanto riguarda l'argomento in oggetto) le indicazioni e gli elaborati della precedente amministrazione,   dove si può leggere: “Il territorio rurale dell'isola del Giglio ha un ruolo fondamentale nell'attribuzione di principale fattore dell'identità dell'isola in termini di storia, cultura, struttura territoriale ed economica, qualità paesistica ed attrattiva turistica …..... Su buona parte del territorio dell'isola del Giglio sono presenti superfici terrazzate, che costituiscono patrimonio essenziale del territorio. L'abbandono di ogni opera di manutenzione e di conservazione ha favorito la rinaturalizzazione delle zone terrazzate, in qualche caso producendo nuove condizioni di rischio idrogeologico. La cancellazione od il progressivo ed inarrestabile, in assenza di mirate azioni strategiche e di interventi immediati, degrado di terrazzamenti può minare l'identità storico culturale dell'insediamento umano del Giglio, facendo venir meno la possibilità di lettura delle interdipendenze fra il Castello e il suo territorio, cancellando secoli di storia e di un luogo che solamente attraverso la conservazione delle opere può documentare e sostenere la propria identità. ... L'obbiettivo del Piano Strutturale è di contrastare la tendenza all'abbandono …..incentivando la stabilizzazione e la riutilizzazione delle aree interessate dai terrazzamenti, in modo da tramandare alle generazioni future l'identità di valore storico-culturale dell'isola.”

Il Piano del Parco, approvato nel 2009, condivideva tali concetti, anche a livello di ricostituzione, recupero e riqualificazione della viabilità, preoccupandosi di garantire la conservazione dei beni culturali, archeologici e storico testimoniali, del “recupero delle strutture degradate e legittime”. Preme sottolineare che il Parco è uno degli undici Enti da interessare per ottenere apporti tecnici e conoscitivi ai fini della necessaria ed obbligatoria per legge, “valutazione integrata”.

Per concludere, a proposito dell'annoso problema dei danni all'agricoltura imputabili alla presenza di mufloni inselvatichiti, non posso non ricordare che Giovanni Rossi, che come viticoltore gode della mia nota ed incondizionata ammirazione per quello che ha fatto e sta facendo, ricopre anche la carica di assessore al Comune ed in tale veste, come rappresentante dell'organo di governo dell'isola ha il dovere e il potere di intervenire. L'Ente Parco ha sempre riconosciuto la totale estraneità di tale presenza faunistica nell'ambiente isolano, si è sempre espresso con assoluta chiarezza anche se i tentativi di eradicazione con caccia selettiva sono risultati inefficaci e, a parer mio ingiusti (quelle povere bestie cui si spara addosso non avevano chiesto loro di essere introdotte nell'isola e neppure ce le ha introdotte il Parco). I mufloni non sono conigli, sono animali di grossa taglia facilmente catturabili con esche e gabbie per poi essere trasferiti nei loro ambienti naturali. Le metodiche sono ben note agli addetti ai lavori. Quindi chi ha responsabilità di governo ha anche il dovere di procedere e, se riuscirà nell'operazione, avrà la benedizione e le congratulazioni non solo dei contadini ma anche dell'Ente Parco. A meno che, ancora una volta e per distorcere i problemi, non si pretenda che il problema lo risolva il Parco, cioè quello stesso Ente di cui l'attuale amministrazione si rifiuta di riconoscerne la legittima esistenza disertando sistematicamente tutte le riunioni.

Cordialmente 
Armando Schiaffino, ex sindaco

P.S. Salvatore Allende volle scritto sulla sua tomba non ex presidente, ma “futuro Presidente  del Cile”.