Si tratta di un bellissimo bronzo patinato e dorato rappresentante una testa di cavallo a dimensioni naturali che l’artista, su richiesta dei nuovi proprietari ha collocato davanti alla cassa, nella grande sala, del prestigioso e famoso caffè fiorentino.
Il caffè storico-letterario “Giubbe Rosse” è il più celebre dei caffè italiani, un vero crocevia della letteratura, dell’arte e della cultura di tutto il ‘900 tuttora attraversato dalle tematiche della contemporaneità.
Fondato nel 1896 come Caffè-Birreria, prese il nome dal colore delle nuove giacche dei camerieri, quando nel 1910 cambiò di proprietà. Si narra che vi siano passati personaggi come Vladimir I. Lenin, Gordon Craig, André Gide, Medardo Rosso. Ai primi del ‘900 fu frequentato da poeti ed artisti come Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Giuseppe Prezzolini, per divenire dopo il manifesto del 1909, un centro d’incontro di artisti e letterati futuristi. In questo periodo si annoverano le importanti presenze come quelle di Tommaso Marinetti, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Aldo Palazzeschi, Ottone Rosai, Primo Conti, ed altri. Dopo la prima guerra mondiale è frequentato da intellettuali come: Giuseppe De Robertis, Eugenio Montale. Nel ’38 esce la rivista “Campo di Marte” che elegge il locale a propria sede di redazione con Alfonso Gatto, Vasco Pratolini, Piero Bigongiari ed Alesando Parrocchi. Dopo la secoda guerra mondiale i camerieri indossano nuovamente le giubbe rosse e si riapre una nuova stagione culturale con Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo, Luciano Guarnirei, Curzio Malaperte, Dylan Thomas, Ezra Pound.
Dopo anni di scarsa rilevanza per la storia del locale, si riaffacciano importanti esposizioni, di arti visive, manifestazioni di poesia e di letteratura, nonché iniziative culturali nazionali e straniere, sostenute dalla volontà dei nuovi proprietari, e dalla attività di artisti ed intellettuali come Riccardo Ghiribelli e Massimo Mori
complimenti al maestro prof.Brandaglia, artista a tutto campo, esperto conoscitore del territorio dell'isola del giglio della sua storia e cultura, ben meritata la presenza della sua opera alle giubbe rosse