Quando ha trovato il padre sulla soglia con il vestito buono indosso è rimasto interdetto. Poi ha chiesto: «Babbo, dove vai così elegante?». Lui senza indugi ha risposto. «Vado a sposarmi, vuoi venire?». Ivo Baffigi, 91 anni, un’ora più tardi ha detto «sì» a quella che da due d’anni era la sua badante, una donna romena di 45 anni. I due figli di lui hanno cercato invano di impedire l’unione chiamando anche i carabinieri e ora annunciano battaglia.

Il dubbio che da due giorni rimbalza nella testa dei parenti del novantunenne è che dietro a questo matrimonio ci sia qualcosa di diverso rispetto ai sentimenti. «È una cosa assurda - spiega il figlio - è evidente che ci sia un interesse particolare».

Perché se l’amore non ha età, il patrimonio di chi si sposa ha numeri e regole da tenere sotto controllo, soprattutto per chi si trova sulla linea ereditaria, che siano figli o novella sposa. In particolare quando sul contratto, come in questo caso, si è deciso per la condivisione dei beni.
Ecco perché i due figli dell’ex impiegato della Corte d’Appello di Torino si sono subito rivolti a un avvocato nel tentativo di invalidare il matrimonio.
«Non è una cosa semplice - spiega subito Aldo Soldani, legale di Carlo e Leonildo Baffigi - a breve presenteremo un dettagliato esposto in Procura per verificare la capacità di intedere e volere dello sposo al momento dell’unione. Dovremmo verificare quali effetti abbiamo avuto alcuni medicinali che gli vengono somministrati. Si tratta per lo più di farmaci che danno stanchezza e sonnolenza e potrebbero aver avuto qualche influenza nella decisione di sposarsi a un anno dalla morte dalla moglie con una donna che ha la metà dei suoi anni».

Il timore dei figli del novantunenne, adesso, è che alla morte del padre un terzo del suo patrimonio, circa tre milioni di euro per lo più investiti in immobili ed esercizi commerciali all’isola del Giglio, possa andare alla nuova consorte.

«In questi anni gli siamo stati vicini, lo abbiamo accudito, curato, in un paio di occasioni gli abbiamo salvato la vita. La cosa che ci ha stupito - va avanti il figlio Carlo - è che nostro padre che sentiamo con una certa frequenza ci abbia tenuto all’oscuro di tutto durante questi mesi. Una settimana fa è venuto da me per completare un lavoro ortodontico. Gli ho chiesto come andava e lui tutto sorridente mi ha rispsosto “Bene”. Noi - prosegue - siamo originari del Giglio, mio fratello però abita a Torino mentre io vivo all’Argentario. Le pubblicazioni del matrimonio sono state fatte solo a Grosseto. Ho cercato di chiedere se certi documenti non sia necessario esporli anche nel Comune di residenza. In ogni caso mi chiedo come sia possibile che i parenti non siano stati avvisati di una situazione del genere: lui ha 91 anni, lei 45. Chi ha passato i documenti qualche dubbio lo avrà avuto. Lo diciamo anche affinché non capitino più certe situazioni perché noi abbiamo saputo che nostro padre si sposava per caso e ora rischiamo di non poterci fare più nulla».

I fratelli Baffigi mercoledì erano al Giglio. «Siamo arrivati a Santo Stefano alle 9 - raccontano - io sono andato in studio, mentre mio fratello è partito per Torino». Risalendo si è fermato a Grosseto per andare a fare una visita al padre. Quando è entrato nel portone di casa si è trovato di fronte un uomo un po’ anziano con indosso l’abito. A questo punto ha chiesto cosa stesse accadendo, poi, realizzato che non si trattava di uno scherzo ma dei preparativi del matrimonio del padre, ha chiamato il fratello cercando di trovare una soluzione per bloccare le nozze.
«Abbiamo eseguito un intervento all’ufficio anagrafe del Comune di Grosseto - confermano i carabinieri - ci hanno chiesto di verificare alcuni documenti ma era tutto in regola, dopodiché siamo andati via». Le carte erano quelle che riguardavano l’unione tra Ivo Baffigi e la ex badante. I figli a questo punto hanno provato a rivolgersi anche alla dirigente comunale incaricata di officiare il matrimonio. «Non c’è stato niente da fare - conclude il figlio - ci ha detto che era tutto a posto e che non c’erano motivi per cui impedire l’unione». Così intorno alle 10,15 Ivo e Luda hanno pronunciato il fatidico «sì» nella saletta del Comune di Grosseto. Per i novelli sposi adesso non solo fiori d’arancio ma anche qualche grattacapo. Perché i figli dicono che questo matrimonio non si doveva fare.