
Lettera aperta all'onorevole Brambilla
Per prima cosa vorrei ringraziarLa per il Suo interessamento che si è rivelato decisivo per fermare questa vergognosa strage, per giunta progettata e messa in atto da quello che dovrebbe essere un ente di tutela. Le chiedo però, viste anche le successive precisazioni da parte del presidente dell'ente parco, di continuare a vigilare insieme a tutti noi, per far sì che venga adottata e presa la decisione più logica. Quella cioè di far rimanere i mufloni al Giglio, nel promontorio del Franco, posto dove sono nati e hanno sempre vissuto.
Con una modica spesa, dieci/ventimila euro massimo, è possibile ripristinare in modo definitivo la recinzione esistente, catturare quelli che sono usciti e rimetterli dentro. Altro che 350000 euro, che sarebbe la spesa prevista per la completa eradicazione dall'isola. E badi bene, che, come mi piace precisare sempre, chi scrive non è un intransigente e "pericoloso" ambientalista o animalista che dir si voglia, ma uno che ha esercitato per circa quarant'anni attività venatoria, quasi esclusivamente al Giglio. A molti farà sorridere ma penso di averlo fatto in maniera la più eticamente possibile.
Altra cosa è, a mio modesto parere, questa scelleratezza che l'ente parco stava mettendo in atto. Così come il progetto che prevede l'eradicazione del Fico degli Ottentotti, pianta meravigliosa che da sembre adorna e colora la nostra isola.
Un'ultima cosa. Capisco e comprendo che il Suo ruolo istituzionale Le imponga una certa diplomazia sia nei rapporti personali diretti che nei comunicati. Ma, se mi posso permettere, sia più parsimoniosa con i ringraziamenti. Non vorrei che l'avessero male informata ma, anche il sindaco, si era dichiarato favorevole all'abbattimento "in fin dei conti sono solo una trentina di esemplari". Si veda a tale proposito le comunicazioni alla stampa e gli articoli apparsi sul quotidiano Il Tirreno, del 22 e 23 novembre scorso.
Comunque, per finire, La ringrazio ancora e La invito nuovamente a vigilare insieme a tutti quelli che, come me, pensano che la soluzione più logica sia quella che Le ho sopra esposto.
Cordialmente,
Angelo Stefanini
Bravo Angelo!… Concordo e condivido sull’intera linea di pensiero da te qui espressa e indirizzata all’Onorevole Brambilla - che anch’io voglio ringraziare - ma che, credo, si rivolga a tutti coloro hanno coscienza, ragionevolezza, coerenza e non spregiudicato tornaconto a tutto tondo, perché vocazionalmente inclini a voler stare permanentemente sotto i riflettori del momento o - se si preferisce - “a cavalcare solo l’onda più favorevole” su aspetti che meritano unicamente e semplicemente rispetto, educazione e molta attenzione da parte nostra, esseri umani, quale è l’ambiente che ci circonda e in cui viviamo, comunque ospiti.
Bene, caro Angelo… ma continua la storia che si prospetta lunga e sofferta. Per chi? Per noi che, come dice l'amica Fiorella, siamo il risultato di quelle lezioni date inconsciamente dai nostri nonni, Contadini e Marinai. Sursum corda. Palma.
Impeccabile, nella sua onestà intellettuale, ciò che è stato scritto nella risposta all'onorevole Brambrilla. Qui non si fa moralismo ecologista, ma ragionamento civico. Per chi non li conoscesse bene i "gigliesi", sappia che costituiscono già di per sé un ecosistema. Da quando ero piccolina fino a ora io ho solo dovuto imparare dai contadini e dai marinai, di questa piccola isola. Credetemi nella parola.