LO SPETTACOLO DEI DELFINI NELLA BAIA DEL CAMPESE

Cari redattori di Giglio News, 
sono un biologo dell'IfMB dell'Isola del Giglio, un istituto privato tedesco di biologia marina che forse pochi conoscono sull'Isola, nonostante la nostra presenza più che ventennale. Vi scrivo perché martedì 6 aprile verso le 16 ero all'Approdo a bere un caffé con i miei colleghi tedeschi, contemplando la tranquillità di un mare molto calmo e pensando a quanto fossero adatte tali condizioni per l'avvistamento di cetacei, quando tutto d'un tratto scorgo in lontananza una grossa figura spiccare fuori dall'acqua per poi rituffarcisi. Incredulo, mi alzo in piedi e guardo meglio: la scena si ripete, ma questa volta le figure sono due e senz'ombra di dubbio si tratta di delfini.

Con un fremito di eccitazione, lo comunico agli altri colleghi ed avventori del bar, dopodiché mi precipito a prendere la mia Canon 350D con tele obiettivo da 300mm e comincio a scattare foto a raffica. Poco dopo arriva il nostro gommone di ritorno da un'uscita, ci salgo e silenziosamente ci avviciniamo ai delfini senza però disturbarli.

Mi rendo conto che si tratta di tursiopi (la specie, per intenderci, che vediamo nei grandi acquari come Genova o Cattolica), più grossi delle stenelle o dei delfini comuni. È un gruppo costituito da più di 5 individui, e quelli fotografati sono tutti adulti. Placidamente esplorano la baia di Campese, un paio gironzolano attorno al terzo pilone, altri due o tre battono la baia per tutta la sua lunghezza avvicinandosi tremendamente alla riva fin davanti all'entrata del porticciolo della torre, altri ancora rimangono al largo, più o meno distanti dall'imbarcazione.

Le difficoltà tecniche nello scattare fotografie in quelle condizioni sono enormi: la distanza per il teleobiettivo è quasi troppo ravvicinata, la loro emersione è rapida ed imprevedibile a 360° attorno alla barca, che inotre rolla e beccheggia leggermente. Quelle che allego sono dunque solo le 5 migliori foto di una serie infinita, prodotta quel martedì indimenticabile, in cui un gruppo di creature così meravigliose ha omaggiato la nostra isola con una visita di cui personalmente a lungo serberò nel cuore il ricordo.

La ragione della loro presenza nella baia? È presto spiegato. Appena siamo tornati a terra, ci siamo immersi per campionare in direzione dell'ancora, poi in profondità a 30 metri ed in fine in direzione del terzo pilone. Durante il tragitto, siamo stati letteralmente sovrastati da un grosso banco di acciughe, di cui i delfini si nutrono.

Peccato non averli incontrati anche sottacqua!

Saluti,
Francesco Bancalà (di Telemaco)